L'ANALISI
24 Gennaio 2017 - 08:28
Maurizio Landolina
CREMA - E’ costato 730mila euro, l'angiografo acquistato dall'ospedale Maggiore di Crema. Uno dei pochissimi esemplari nelle strutture del nord Italia, se si considerano solo le realtà pubbliche. In largo Dossena, superate le prime settimane di ‘rodaggio’, puntano a farlo funzionare a pieno regime, attraendo pazienti non solo dalle province limitrofe, ma anche da altre regioni, come già sta accadendo. Con l’obiettivo — tutt’altro che celato — di ricavarsi uno spazio nel ristretto ‘club’ dei centri d’eccellenza. «Stimiamo che l’angiografo e il sistema Carto, da poco attivati, possano consentire sino a 500 interventi l’anno», rivela il direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale Luigi Ablondi.
Ma al di là della spesa per l’attrezzatura, il Maggiore ha puntato da tempo sul potenziamento dell’elettrofisiologia, il cui padre in terra cremasca è stato l’ex primario Giuseppe Inama. Si tratta di una branca della cardiologia, nella quale «è uno dei massimi esperti lombardi anche il nuovo primario, Maurizio Landolina.
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