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CAPRALBA

Il cantiere del gasdotto restituisce 'tesori' romani

Archeologi al lavoro da mesi in gran segreto in aperta campagna su di un'area di 2mila metri. Il riserbo per evitare di agevolare l'arrivo dei 'tombaioli'

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

15 Dicembre 2016 - 08:12

Il cantiere del gasdotto restituisce 'tesori' romani

Gli archeologi al lavoro nel cantiere di Campisico di Capralba

CAMPISICO DI CAPRALBA - Gli scavi del metanodotto, ossia le trincee che accoglieranno gli immensi tubi del gruppo Snam da un capo all’altro dell’Alto cremasco, restituiscono nuovi tesori. Dopo la villa patrizia e i reperti dell’età del bronzo scoperti a Sergnano negli ultimi due anni, stavolta le vestigia emerse dalla terra smossa sono tardo romane, ossia databili tra la presa di potere di Diocleziano (284) e la caduta dell’impero d’Occidente del 476. Duemila i metri quadri su cui sono al lavoro, in gran segreto, decine di archeologi coordinati dalla Soprintendenza regionale.

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