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CREMA

Pestata a sangue dal convivente, ma non lo denuncia

Il comandante Carraro: abbiamo le mani legate se le vittime non parlano con noi

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

01 Ottobre 2016 - 09:07

Pestata a sangue dal convivente, ma non lo denuncia

Una pattuglia in piazza Garibaldi e nel riquadro il comandante Carraro

CREMA - Nella notte fra venerdì 23 settembre e sabato 24, erano circa le due e mezza, una donna sui 30 anni entra al Babar, locale di piazzale Rimembranze, lasciando di sasso la titolare e i dipendenti che stanno facendo le pulizie di chiusura: è una maschera di sangue, è sotto choc. Racconta del convivente che l’ha picchiata in piazza Garibaldi: erano in macchina e lei ha potuto poco per difendersi. Però riesce a divincolarsi e scappa, finchè trova riparo nel locale. Era sotto choc e terrorizzata, raccontano i testimoni che hanno chiamato immediatamente le forze dell’ordine e un’ambulanza: la ragazza perdeva copiosamente sangue dal naso (ha preso un pugno) e aveva ferite sulle braccia e sulle mani: forse si è difesa, forse sono i segni di altre percosse. Lei racconta che ora l’uomo — col quale oltretutto convive — la sta cercando: «Ha preso la macchina di mia mamma e mi ha minacciato di morte. Mi ha detto che va a casa e ammazza il cane». La giovane viene presa in custodia dagli uomini del 118, mentre i carabinieri raccolgono le testimonianze. L’aggressore è stato visto girare più e più volte in piazza Garibaldi e in piazzale Rimembranze: non soddisfatto forse, voleva ancora sangue.

A una settimana dai fatti lei lo ha perdonato. Malgrado i sette giorni di prognosi. Malgrado i carabinieri abbiano tentato di tutto per convincerla a sporgere querela.

«Purtroppo, troppo spesso le vittime non denunciano». Il maggiore Giancarlo Carraro, comandante dei carabinieri di Crema, non entra nello specifico del caso di settimana scorsa, ma un dato di fatto è chiaro: senza denuncia le forze dell’ordine hanno le mani legate, a meno che la prognosi sia superiore ai 40 giorni. I carabinieri, così come la polizia di Stato, hanno a che fare quotidianamente con episodi di violenza domestica, vivono ‘sul campo’ le terribili vicende che a volte finiscono sui giornali. Troppo poche emergono, per questo lo sforzo deve essere massimo. «La nuova legge — prosegue Carraro — introdotta nel 2013 consente maggiore autonomia e tutela le vittime: prima una donna che subiva violenze domestiche veniva allontanata dalla sua abitazione e messa in custodia, ora è il carnefice che viene allontanato».

Però il problema rimane: troppo poche denunce. «Sì — prosegue il comandante — le vittime (mi riferisco anche ai minori) non devono avere paura a venire da noi, anche solo a parlare. Questo non significa una denuncia automatica, però serve a noi per avere il quadro di una situazione. Capisco che non sia facile, tanto che abbiamo preparato del personale con corsi specifici. Inoltre fondamentali sono i carabinieri donna. Per un giovane o per una donna è più facile aprirsi con loro». A tale proposito Carraro annuncia anche una bella novità. «Abbiamo accolto l’invito dell’associazione Soroptimist e una sala della Compagnia verrà attrezzata per essere più confortevole, proprio per questi colloqui con adulti e ragazzi. Potrebbe sembrare poco, ma anche un ambiente più caldo può essere utile a fare in modo che le vittime raccontino il loro calvario».

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Commenti all'articolo

  • anellitoto

    02 Ottobre 2016 - 09:06

    Vuol dire che le piacciono le "emozioni forti". De gustibus !

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