L'ANALISI
04 Luglio 2016 - 08:22
Il prefetto Paola Picciafuochi con i vertici provinciali delle forze dell’ordine
CREMA - Si preannuncia «calda» l’estate sul fronte dell’accoglienza dei migranti. Rovente anche nel Cremasco: il centro di raccolta di Bresso (Milano) è sempre più affollato e la distribuzione nelle province prosegue a tambur battente. Nei giorni scorsi il prefetto, Paola Picciafuochi, ha incontrato i sindaci del comprensorio nella sala dei ricevimenti di piazza Duomo, sottolineando come — attualmente — siano meno della metà i Comuni ‘attivi’ nell’ospitalità: «Non è più il tempo di poter accogliere le doglianze...». Dal canto loro, i leader delle giunte cremasche non hanno fatto mistero — senza ricorrere ad eufemismi — delle difficoltà, oggettive, nel far fronte alle richieste. E in primis, il ‘muro’ spesso incontrato nel reperire spazi fra i privati (gli edifici pubblici inutilizzati, del resto, sono spesso inseriti nei cosiddetti ‘piani di alienazione’ per reperire fondi). A suggerire una via d’uscita, nel solco di quell’accoglienza diffusa ideata per evitare presenze massicce in paesi non attrezzati (leggasi caso-Chieve: 42 profughi nel 2015, a fronte di 2.200 abitanti complessivi), è ora il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi: «Sia direttamente la prefettura ad istituire un bando, per raccogliere la disponibilità dei privati, in grado di mettere a disposizione spazi. Ma gli arrivi siano concordati con le amministrazioni comunali».
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