L'ANALISI
19 Giugno 2016 - 09:03
Credenti durante un momento di preghiera
CREMA - Un’assemblea di tutti i musulmani cremaschi che possa arrivare a eleggere un nuovo presidente, poi una sala dove potersi riunire e pregare e successivamente l’acquisto o l’affitto di un capannone. A pochi giorni di distanza dal fallimento del progetto moschea, l’associazione culturale e religiosa islamica Assalam presenta la propria proposta alternativa, forte anche dall’apertura mostrata dal sindaco Stefania Bonaldi, dettasi disponibile a valutare il cambio di destinazione d’uso di un capannone, se ci fossero le condizioni logistiche e di sicurezza. E’ Dahiche Aziz, presidente di Assalam, a lanciare la proposta, non prima di aver commentato la non ammissibilità della proposta presentata dall’altra associazione di musulmani. «Il Centro islamico cremasco — afferma Aziz — dovrebbe chiedere scusa a tutti i musulmani. Fino alla sera precedente la bocciatura della proposta ha raccolto offerte per una moschea che non si farà. La nostra gente sta ancora sognando un luogo di culto che non ci sarà. Occorre che di questo ne siano tutti consapevoli e che sia fatta chiarezza. Ora servono strade alternative». Già, perché anche senza moschea, i musulmani del Cremasco, stimati in circa 4.000 unità, di un luogo in cui riunirsi e pregare hanno comunque bisogno. «Abbiamo bisogno di un capannone, di un punto fisso, dove poterci presentare ai cremaschi e stringere con loro un patto di solidarietà. Finchè non ci faremo conoscere, è normale che ci sia diffidenza nei nostri confronti» — continua Aziz — «I musulmani devono poter scegliere chi li rappresenta e questo può essere fatto soltanto attraverso l’elezione di un presidente e di un consiglio».
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