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GRADELLA

La versione degli animalisti: non facciamo uccidere

La ricostruzione dei volontari Meta dopo la visita a un allevamento di conigli

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

26 Maggio 2016 - 20:19

La versione degli animalisti: non facciamo uccidere

Un allevamento di conigli

GRADELLA — Fa ancora discutere quanto successo due settimane fa in un allevamento di conigli ubicato nella frazione di Pandino e gestito da un 65enne. Allevamento ‘visitato’ da due appartenenti all’associazione animalista Meta (sezione Lombardia), acronimo di ‘Movimento etico animali e ambiente’. Episodio concluso con la denuncia per calunnia e interruzione di pubblico servizio nei confronti dei due animalisti, oltre al foglio di via dal Comune di Pandino per tre anni sempre nei confronti degli stessi. Ancora discussioni soprattutto su quanto accaduto all’interno dell’allevamento. Gli animalisti, attraverso l’avvocato Carlo Prisco di Milano, fanno infatti sapere di non aver chiesto la macellazione di un coniglio.

A Meta la segnalazione su quell’allevamento era arrivata — corredata da materiale fotografico — in aprile. Di qui la decisione «di recarsi, muniti di un registratore, dal proprietario, fingendosi acquirenti e indagando sulle modalità acquisto dei conigli. Il titolare dell’allevamento — ed è sempre la versione fornita dagli animalisti attraverso il loro legale — li ha accompagnati all’interno della struttura rivelando che c’erano 61 conigli detenuti e che al prezzo di 8 euro al chilo una volta scelto il coniglio lo avrebbe macellato subito. A questo punto le Unità Operative sotto copertura si sono allontanate dicendo di voler riflettere sull’acquisto». Subito dopo sono state allertate le forze dell’ordine. Meta fa inoltre presente che «avendo prove fotografiche e registrazione audio dei reati, reagirà di conseguenza e continuerà la causa legale per salvare tutti i conigli».

Per dovere di cronaca va aggiunto che nei giorni seguenti un veterinario dell’Azienda di tutela della salute (ex Asl) ha compiuto un sopralluogo, certificando la regolarità dell’allevamento e la «piena rispondenza alle normative in vigore delle strutture». Impossibile contattare il proprietario dell’allevamento di Gradella, cercato con insistenza anche attraverso persone terze.

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