L'ANALISI
14 Aprile 2016 - 08:34
Il palazzo comunale di Crema
CREMA - Se le parole hanno un peso, queste sono pesantissime. E sono scritte sul profilo Facebook del consigliere di minoranza Antonio Agazzi. Raccontano, senza nessun riferimento esplicito, ma fra le righe evidente, di un caso di pedofilia che vedrebbe protagonista qualcuno vicino a questa giunta. Premessa: martedì 12 aprile durante la maratona consigliare dedicata al bilancio, il sindaco, Stefania Bonaldi, in un passaggio del suo intervento ha fatto ancora riferimento alla vicenda che ha coinvolto don Mauro Inzoli, rinviato a giudizio con l’accusa di aver molestato sessualmente dei minori: con chi, come Laura Zanibelli, consigliere dell’Ncd che imputava alla giunta di aver fatto poco per la famiglia, il sindaco non ha usato mezzi termini: «Nel silenzio di chi ora sbandiera la famiglia, si è consumato uno dei più gravi attacchi alle nostre famiglie». Come dire: sapevate delle ‘abitudini’ di don Inzoli e avete taciuto. Agazzi, su Facebook, affonda il coltello. «La Bonaldi — scrive — è la prima a doversi ‘armare’ di maggior ‘pudore e senso della misura’, visto che anche ‘sotto il naso’ suo è accaduto, pare, qualcosa rispetto al quale noi consiglieri di minoranza siamo fin troppo responsabili, nello stendere pietosi veli... non certo per amor suo: lei non merita nulla». A che fa riferimento Agazzi? Forse a una storia odiosa che circola da un po’: un dirigente comunale sarebbe gravato da un decreto penale per possesso di materiale pedopornografico. Ma non solo: più recentemente sarebbe stato accusato di aver molestato il figlio di un dipendete comunale. Una bomba. Di più, uno scandalo.
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