Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

DISSERVIZI

Posta a singhiozzo, la rabbia

Da maggio consegna solo due o tre giorni alla settimana. Il 'caso' cremasco arriva in Parlamento e i Comuni sono pronti alla rivolta

Daniele Duchi

Email:

redazione@laprovinciacr.it

01 Aprile 2016 - 11:12

Posta a singhiozzo, la rabbia

La consegna della posta in una foto d'archivio

Poste ‘a singhiozzo’ nel Cremasco: in campo anche il parlamentare Sel del territorio Franco Bordo, per trovare una soluzione. Promette appoggio ai sindaci che hanno annunciato di voler avviare azioni di protesta e assicura di volersi adoperare «con gli atti necessari in Parlamento, iniziando con un’interrogazione affinché il Governo riveda la posizione che permette a Poste Italiane di introdurre un disservizio». Disservizio che, va ricordato, andrebbe a ridurre — da maggio, in numerosi comuni del Cremasco (e non solo) — la frequenza delle consegne della posta a domicilio. A settimane alterne, la corrispondenza arriverà solo in due (martedì e giovedì) o tre giorni (lunedì, mercoledì e venerdì). Una soluzione pensata a seguito di tagli dal Governo. Ai sindaci, la comunicazione da Poste Italiane è arrivata via Pec (posta elettronica certificata). Ad oggi — insieme a Casale Vidolasco, che giovedì 31 marzo ha lanciato l’allarme sulla situazione — sono altri 10 i comuni che confermano di aver ricevuto l’informativa. Tra questi: Chieve, Salvirola, Monte Cremasco, Castel Gabbiano, Montodine, Torlino Vimercati, Capralba, Campagnola Cremasca, Moscazzano, Casaletto Ceredano. E l’elenco, dato l’esiguo numero di abitanti di molti territori del Cremasco, dovrebbe essere destinato a salire. Ora tutti dovranno controllare di rientrare realmente nelle aree che subiranno la riduzione e, nel caso, di pensare ad aderire (o meno) a proteste congiunte. Il sindaco di Montodine Alessandro Pandini, ad esempio, vorrebbe «un’azione unita, di area omogenea, indipendentemente da chi sarà direttamente coinvolto o meno. In realtà, appena ricevuta la lettera, ho già provveduto anche singolarmente a scrivere a Poste, dalle quali attendo riscontro. E ho portato all’attenzione dei vertici provinciali il problema». Un pensiero condiviso anche dal primo cittadino di Chieve Davide Bettinelli che, qualora si ritrovasse oggetto della riduzione, ha già espresso volontà di «muoversi a livello istituzionale, per dare più voce al disagio dei residenti». Intanto, Bordo sottolinea altri aspetti: «Nella comunicazione inviata da Poste Italiane vi è la descrizione di quanto, oggi, possa essere risolto attraverso il servizio del cosiddetto Postino Telematico e quanto nel Paese vi sia un così diffuso utilizzo delle nuove tecnologie che il servizio di corrispondenza parrebbe quasi non più necessario. Ma poiché, come ho potuto verificare durante l’audizione in Commissione dell’amministratore delegato, risulta non veritiero che ogni cittadino abbia possibilità di accedere al Postino Telematico, ritengo doveroso che un servizio essenziale, quale quello della consegna della posta, debba essere garantito a tutti, cittadini e imprese, con frequenza quotidiana. Il Postino Telematico oggi, nel nostro Paese, garantisce una copertura inferiore al 10% e non ha niente a che vedere con la consegna della corrispondenza». E conclude: «Poste, pur conseguendo significativi utili di bilancio, continua nella politica dei tagli al servizio universale ma ritengo che le gravi mancanze del Governo debbano essere sopperite senza che a pagarne il prezzo siano sempre le fasce più deboli, come spesso accade».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400