L'ANALISI
29 Febbraio 2016 - 13:41
I carabinieri di Vailate
VAILATE - Inscena un sequestro di persona e una violenza sessuale per giustificare il mancato rientro in uno struttura di accoglienza di Vailate. Il tutto con la complicità di altre due donne. Tre rifugiate sono state denunciate per per procurato allarme e simulazione di reato.
La vicenda trae origine da una telefonata fatta da una giovane profuga alle due complici avvenuta nella serata di sabato 27 febbraio. La donna sosteneva di essere segregata in un’abitazione di Cremona da parte di alcuni sconosciuti. Una volta informati, i carabinieri di Vailate hanno iniziato a svolgere gli opportuni accertamenti presso la casa di accoglienza, raccogliendo la testimonianza dalle altre due profughe che confermavano il contenuto della telefonata.
Vane, nel frattempo, le ricerche della vittima e durate l'intera notte.
Alle prime ore del del mattino di domenica, però, la donna è rientrata nella struttura raccontando di essere riuscita a scappare alle grinfie dei rapitori. I carabinieri di Vailate sono quindi tornati sul posto e la donna ha raccontato di aver subito una violenza sessuale.
Accompagnata presso il pronto Soccorso dell’Ospedale di Crema, tuttavia, gli esami clinici hanno esito negativo, senza riscontrare alcuna forma di violenza.
Messa alle strette la ragazza ha quindi confessato di essersi inventata tutto e di aver trascorso la notte in compagnia di alcuni conoscenti, inscenando il sequestro e la violenza solo per giustificare il mancato rientro alla casa di accoglienza, con la complicità delle altre due profughe.
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