L'ANALISI
06 Febbraio 2016 - 08:49
CREMA - Crema con Mantova e Cremona, o con ‘passaporto’ milanese. Tiene banco sullo scacchiere della politica cremasca il tema dell’area vasta, ossia i cantoni in stile elvetico nella visione del governatore lombardo Roberto Maroni, o — se si vuole — più semplicemente l’organismo-cerniera fra Pirellone e Comuni dopo il pensionamento delle province. Ad innescare una ridda di distinguo è stata l’affermazione del sindaco Stefania Bonaldi che, domenica da queste colonne, non ha fatto mistero dell’attrattiva esercitata dal capoluogo regionale sui concittadini. Sull’argomento, fra l’altro, si registra un’inedita sintonia con il capogruppo d’opposizione Antonio Agazzi, tre anni fa competitor dell’attuale primo cittadino nella corsa per la guida della città.
E nel frattempo, dal palazzo municipale di Offanengo, dov’è approdato da sindaco dopo aver ricoperto il ruolo di vicegovernatore lombardo, Gianni Rossini si dichiara più ansioso di «evitare la creazione di un carrozzone», che di valutare gli aspetti squisitamente geografici della riforma in atto.
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