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CASO A DOVERA

Sala 'Diego Riviera'. Il nuovo don toglie il nome

Il ragazzo nel 2009 morì d'infarto a soli 16 anni mentre giocava a pallone. Alcuni cittadini volevano che l'aula avesse il nome di don Tosi. Il dolore della mamma del ragazzo

Daniele Duchi

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06 Dicembre 2015 - 08:50

Sala 'Diego Riviera'. Il nuovo don toglie il nome

La targa in memoria di Diego Riviera

DOVERA — Il neo parroco del paese don Marcello Tarenzi — in carica da ottobre come amministratore parrocchiale — ha deciso di togliere l’intitolazione a Diego Riviera della sala della comunità dell’oratorio San Luigi di Dovera. Due anni fa, l’ex parroco don Cristiano Alrossi, insieme allora vescovo di Lodi Giuseppe Merisi, avevano dedicato lo spazio ricreativo della struttura alla memoria del 16enne morto nel 2009 per un infarto, mentre giocava a calcio nella polisportiva Monte Cremasco. Saputo giovedì della scelta del neo parroco, che da anni guida anche la comunità della frazione di Postino, la madre di Diego, Cinzia Brescianini si schiera con tutte le sue forze contro la decisione e ha annuncia che si rivolgerà al vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti: «Provo un estremo dolore per quanto sta succedendo — racconta la signora —: sono una madre che soffre da anni per la perdita di un figlio e ritengo priva di umanità questa decisione che acuisce la mia pena. Mi è stato spiegato che sarebbe stata presa in quanto parte dei parrocchiani due anni fa avrebbe voluto l’intitolazione all’ex parroco don Sante Tosi». Dunque il nuovo parroco per tagliare la testa al toro e mettere fine alle divisioni interne alla comunità dei fedeli, ha deciso che la sala, dove si tengono feste e iniziative soprattutto per i bambini, non porti il nome di nessuno. «Sono volontaria al San Luigi — ribatte Brescianini —: le cose non stanno così. La comunità non era divisa sull’intitolazione a mio figlio. Tra l’altro a don Sante il Comune ha già dedicato una via del paese». Brescianini ritiene inaccettabile la soluzione pilatesca adottata: «Mio figlio era un ragazzo che frequentava l’oratorio, si impegnava come educatore e animatore del grest e chierichetto. Io stessa insieme alle altre componenti dell’associazione che abbiamo fondato quattro anni fa in suo nome, prestiamo servizio come volontarie al San Luigi. Se questa è la sensibilità nei nostri confronti e, soprattutto, nei confronti della memoria di un ragazzo a cui tutti volevano bene, noi non ci faremo più vedere. Non è possibile che sia stata decisa una cosa simile, tra l’altro proprio a ridosso dell’anniversario della morte di mio figlio».

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