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Inscena una rapina, tutto inventato

Un 31enne impiegato delle Poste aveva chiamato la polizia dicendo di essere stato minacciato e depredato di 100 euro da due nordafricani, è stato smascherato

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

11 Novembre 2015 - 15:52

Inscena una rapina, tutto inventato

La conferenza stampa in commissariato

CREMA - L.C. si è inventato tutto. Nei giorni scorsi, il 31enne impiegato delle Poste che vive in via Bramante, aveva chiamato la polizia alle 4,30 del mattino raccontando poi agli agenti intervenuti sul posto di essere stato minacciato e rapinato di 100 euro da due nordafricani lungo la pista ciclabile di viale Santa Maria mentre stava rientrando a piedi a casa. A smascherarlo sono stati gli stessi poliziotti, dopo le indagini seguite al racconto dell’uomo: mercoledì 11 novembre, in una conferenza stampa, il vicequestore Daniel Segre ha spiegato che L.C. è stato «denunciato per simulazione di reato e procurato allarme». Gli agenti giunti sul posto si erano subito insospettiti: il racconto dell’impiegato delle Poste era parso molto strano e mancavano oggettivi riscontri. «Non c’era traccia dei due rapinatori — ha aggiunto Segre — e il cremasco che ci aveva chiamato aveva ancora in tasca il suo Iphone: perché prendergli i soldi e lasciargli un telefono cellulare, che vale sei volte tanto il presunto bottino in denaro, con il quale poteva immediatamente chiamare aiuto?» Visionate le immagini delle telecamere che si trovano in zona gli inquirenti hanno trovato conferme ai loro dubbi. Al che il 31 è stato convocato in commissariato e, messo alle strette, ha confessato di essersi inventato tutto. «Ha spiegato — ha proseguito Segre — di averlo fatto in quanto voleva far sapere in giro di essere rimasto senza soldi. Evidentemente riteneva che la sua storia risultasse plausibile solo per il fatto che in alcuni capannoni della zona, peraltro già oggetto di interventi coordinati di prevenzione dell’immigrazione clandestina, trovano rifugio degli stranieri. Alla luce di quanto emerso non ritengo dunque giustificato l’allarme sulla sicurezza circolato in città dopo che il racconto di questa persona è diventato di dominio pubblico».

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