L'ANALISI
08 Novembre 2015 - 09:44
Il centro natatorio Blu Pandino
PANDINO — Assume i contorni di uno ‘tsunami’ il caso del centro natatorio ‘Blu Pandino’ che, nei giorni scorsi, aveva portato alla rimozione dall’incarico del direttore del centro natatorio Beatrice Bealli, destinato ad altre mansioni all’interno dell’Azienda speciale multiservizi. Sia l’ormai ex responsabile della piscina, sia il direttore amministrativo di Asm Orielle Capelli si sono dimessi. Tolti i tempi tecnici per il passaggio di consegne, Capelli, ad esempio, non lascerà sguarnito il suo ufficio, entrambe non fanno dunque più parte del personale dell’azienda di proprietà del Comune che gestisce il centro sportivo ‘Blu Pandino’. Come noto, il caso era nato dopo le denunce a mezzo stampa di alcuni parenti di persone con disabilità di Pandino e dintorni: avevano raccontato come l’ingresso e la frequenza dell’impianto dei loro familiari fossero stati osteggiati dal direttore Bealli. La classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso, dopo anni di diffuse lamentele da parte dell’utenza sulla gestione della piscina, compresa una raccolta firme per chiedere alla responsabile più elasticità e maggior dialogo nei confronti delle esigenze di chi frequentava l’impianto. Un susseguirsi di lettere e segnalazioni giunte anche in municipio. Lunedì 9 novembre, nel frattempo, è convocato un nuovo consiglio d’amministrazione di Asm, presieduto da Bruno Garatti. All’ordine del giorno la richiesta di una commissione d’inchiesta interna all’azienda che faccia piena luce sugli ultimi anni di gestione della piscina. L’aveva presentata nei giorni scorsi il membro del cda Piergiacomo Bonaventi, che rappresenta le due minoranze consiliari. «Noi vogliamo che l’indagine si faccia comunque, nonostante le sopraggiunte dimissioni — ha spiegato ieri Francesco Vanazzi, capogruppo della lista ‘Insieme’ —: i problemi del centro sportivo ‘Blu Pandino’ si trascinano da anni e dunque chiamano in causa anche i passati presidenti di Asm, tra cui gli attuali assessori comunali Massimo Bonanomi e Antonella Carpani. La Bealli non diventi l’unico capro espiatorio per una situazione di mala gestione intollerabile: per il trattamento discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità, per tutti gli altri problemi sorti con associazioni, gruppi e singoli utenti negli ultimi anni e per i possibili danni economici subiti da una struttura che è pubblica e dunque patrimonio di tutti i pandinesi. Se il cda non approverà la proposta di Bonaventi, porteremo la richiesta della commissione interna d’indagine in consiglio comunale».
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