L'ANALISI
01 Novembre 2015 - 10:49
Un esemplare adulto del tripide del cacao
CREMA - La ‘peste del cacao’, come le popolazioni tropicali definiscono il ‘Selenothrips rubrocinctus’ (insetto patogeno sconosciuto in Italia e finora non segnalato nell’intero continente europeo), sta attaccando centinaia di piante decorative in tutto il territorio. Provoca l’appassimento precoce del fogliame e il successivo distacco: sia le larve sia gli adulti forano l’epidermide delle foglie per nutrirsi dei succhi cellulari. A lanciare l’allarme è Andrea Wojnar, agronomo forestale cremasco che ha trascorso gran parte dell’estate monitorando centinaia di alberi e identificando la presenza di insetti adulti e larve. Con lui ha collaborato la fidanzata Claudia Piccolo. I risultati della sua ricerca sono stati confermati da analisi di laboratorio portate avanti dall’agronomo Andrea Tantardini e dal collega Andrea Taddei. Le specie arboree colpite dal parassita sono liquidambar, carpino bianco, acero campestre, farnia, koelreuteria e castagno: quattro sono autoctone e due esotiche. «Al momento il ‘tripide del cacao’ pare non essersi indirizzato su altre specie, ma non possiamo sapere come si comporterà in futuro — chiarisce Wojnar —: siamo di fronte ad un caso mai registrato finora in Italia e in Europa e non siamo in grado, per ora, di ipotizzare possibili rimedi, se non fornire ad enti locali e privati particolari raccomandazioni sulla potatura degli alberi. Il consiglio è non effettuare potature troppo drastiche o ripetute, che indeboliscono le piante e creano una notevole disponibilità di foglie giovani, che come tali sono più succulente e dunque preferite dal tripide». In Brasile, ad esempio, il parassita attacca frutti tropicali, il cotone e anche la vite: «Per quest’ultima — aggiunge Wojnar — potrebbe essere una avversità anche nel nostro territorio italiano. Non è il caso di allarmismi prematuri ma se l’insetto si dovesse davvero affermare, questa eventualità va tenuta presente». Il problema è anche l’assenza di predatori naturali, non essendo l’insetto autoctono dei climi temperati. E pare anche che l’inverno imminente non possa aiutare granché nell’eliminare insetti e larve: «Stante la sua massiccia presenza nel Cremasco — prosegue l’agronomo — credo che si sia diffuso nel corso di più anni, non risentendo dunque dei periodi freddi». L’area infestata e vastissima: da Crema a Vailate comprendendo i territori di Pandino, Palazzo Pignano, Vaiano, Monte, Trescore e Bagnolo Cremasco, Pieranica, Quintano, Casaletto Vaprio, Cremosano e Chieve. «Resta da accertare — prosegue Wojnar — con controlli futuri la sospetta presenza sull’alloro e sul caco». Da dove sia arrivato il tripide è difficile da stabilire. Wojnar avanza solo un’ipotesi: «Potrebbe essersi diffuso da qualche vivaio che ospita piante tropicali, ma è solo una supposizione».
Come capire se le piante del proprio giardino siano state intaccate dal tripide del cacao? Bisogna osservare con attenzione la pagina inferiore delle foglie: «Qui si rivela la presenza degli insetti — spiega Andrea Wojnar — la superficie, per effetto delle uova deposte e soprattutto degli escrementi, appare più o meno intensamente imbrattata da macchiette puntiformi di colore nero e marrone in leggero rilievo. La pagina superiore si presenta, invece, più o meno intensamente decolorata fino ad assumere una colorazione grigio-argentea, come nel caso di danni rilevanti su liquidambar, acero campestre e castagno, o bronzata, come nel carpino bianco». Gli insetti preferiscono le foglie più giovani e sono più presenti sulle piante esposte verso sud-sudovest.
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