L'ANALISI
15 Ottobre 2015 - 08:16
Il presidio davanti all'ufficio postale di Ombriano
CREMA - Volata finale per il salvataggio dell’ufficio postale di Ombriano. Un’interpellanza urgente in parlamento del deputato cremasco di Sel Franco Bordo (in calendario giovedì 15 ottobre), lo spettro di ricorsi al Tar e nuovi accesi comunicati del sindaco di Crema Stefania Bonaldi, che definiscono «inaccettabile oltre che scorretto» il silenzio della direzione romana di Poste, riguardo le proposte alternative alla chiusura, avanzate dal Comune. La politica cremasca — a livello comunale e nazionale — mette in atto le ultime mosse per fermare il tempo e cercare di impedire che le porte delle poste del quartiere si chiudano — come annunciato — lunedì 26. Sfumata, qualche settimana fa, la possibilità di un Question Time (interrogazione a risposta immediata) in commissione Trasporti e Telecomunicazioni, Bordo ha trasformato le richieste al ministero dello Sviluppo economico — con il supporto del capogruppo Sel alla Camera dei Deputati Arturo Scotto — nell’interpellanza urgente, in discussione domani. Bordo interrogherà sulla legittimità o meno delle azioni di Poste Italiane. Sul tavolo, come termine di confronto, l’onorevole metterà due sentenze del Tar Lombardia-sezione di Milano, che ha accolto ricorsi di Comuni pavesi (Pavia inclusa) contro la chiusura di uffici postali. «Il Tar ha evidenziato come Poste Italiane non abbia rispettato — scrive Bordo — molte prescrizioni contenute nelle norme di legge e nelle raccomandazioni dell’Agcom (Autorità per la garanzia nelle comunicazioni) in merito all’erogazione del servizio universale. E che non abbia dimostrato in alcun modo, se non in via generica, la presunta insostenibilità economica degli uffici». Uno ‘stile’ che, fa trasparire Bordo, potrebbe mostrare similitudini con la situazione di Ombriano. Su questa base, il parlamentare chiede «l’annullamento del piano di riorganizzazione, che prevede anche la chiusura di Ombriano, quartiere di 6mila residenti». Oltre a sollecitare il ministero di prendere posizione, per far sì che le proposte alternative del Comune di Crema vengano prese in considerazione. Tornando proprio alle iniziative locali, Bonaldi ha tenuto a ribadire — nel comunicato diffuso mercoledì 14 ottobre — di aver dato anche «disponibilità a condividere il costo della locazione con 10mila euro l’anno», oltre a pensare un piano di chiusure settimanali alternate degli altri uffici cittadini. Ma «mai, sino ad ora, l’amministrazione di Crema ha avuto modo di accedere ad un effettivo tavolo di confronto con Poste Italiane Spa, in merito alla prevista soppressione dello sportello» conclude, definendosi indignata, Bonaldi.
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