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Sport in città, ma senza 'equilibrio'

Troppe palestre, pochi campi di calcio. Il Comune ammette: "C'è carenza, ma non possiamo accendere mutui. Per questo puntiamo a riavere il velodromo"

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

12 Ottobre 2015 - 08:59

Sport in città, ma senza 'equilibrio'

Il velodromo di Crema

CREMA - Nelle palestre si sta larghi, nei campi di calcio si sgomita. La situazione negli impianti sportivi comunali è di forte squilibrio, ma l’amministrazione sostiene di non avere la possibilità di intervenire. Nella stagione 2015-16 sono 73 le società che utilizzano i 27 impianti disponibili. I club calcistici sono 12, suddivisi in quattro campi (Dossena, Colonia Seriana, Pierina e Bertolotti). Molti di essi, però, contano fino a dieci squadre giovanili. La fame di rettangoli per il gioco del calcio è sempre fortissima. Se le società che praticano questa disciplina non provvedessero in parte a spese proprie a cercare spazi, a Crema soltanto in pochi riuscirebbero a giocare. Senza l’ospitalità, non certo gratuita, data dal centro giovanile San Luigi e dai campi di Romanengo, Ripalta Cremasca, Monte Cremasco, Izano, Cremosano, Santo Stefano, Chieve, ma anche Formigara il calcio cittadino, a tutti i livelli, non avrebbe spazi a sufficienza. Basti pensare che neppure la Pergolettese, che utilizza il ‘Bertolotti’ in convenzione esclusiva, riesce a soddisfare le proprie esigenze ed è costretta a utilizzare altri tre impianti. «Da sempre esiste una carenza in questo settore — ammette il consigliere comunale delegato allo Sport, Walter Della Frera — ma con le possibilità economiche attuali non abbiamo modo di poter realizzare campi nuovi. Purtroppo, il patto di stabilità ci impedisce di accedere a dei mutui. Per questo stiamo cercando di riavere a disposizione il velodromo con il suo campo interno. Almeno per gli allenamenti». In Lombardia, Crema è anche una delle pochissime città a non disporre nemmeno di un campo in erba artificiale, che risolverebbe parte dei problemi. Colpa di una politica sportiva che da decenni è poco lungimirante. Il numero di club che hanno chiesto al Comune di utilizzare i campi è rimasto sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno. Grazie agli sforzi che le società compiono autonomamente, l’ente pubblico ha dovuto pendere in affitto un solo campo esterno, quello di Chieve per le gare della Polisportiva Castelnuovo, che partecipa alla Seconda categoria. Affittare questo campo costa 2000 euro all’anno. Gli impianti sono da anni gli stessi (l’ultimo realizzato ex novo fu il Dossena nel 1979), e da decenni non si fa nulla per cercare di soddisfare le richieste. Da qui la necessità di rivolgersi a parrocchie, enti pubblici o privati della città o del circondario. Maggiore agio c’è invece per chi utilizza le palestre comunali. Qui gli spazi non mancano, favoriti anche dalla riduzione di qualche squadra. «Soprattutto per le palestre scolastiche — spiega il funzionario dell’Ufficio Sport, Vittorio Vantadori — si assiste o ad una razionalizzazione dell’utilizzo dovuto ai cambiamenti societari (la nuova società Volley 2.0 che assorbe la Crema Volley, l’Atalantina e la Golden Volley anche se nominalmente rimangono separate) o alla riduzione del numero di squadre di una stessa società. Ciò lascia liberi spazi e consente di ospitare attività anche di società sportive del territorio, ad esempio da Izano a Caperganica e Ripalta». Della Frera invita i club a unirsi per ridurre le squadre e limitare i problemi. «Il fatto che tre società di pallavolo abbiano unito le forze, ci ha permesso di liberare degli spazi. Al contempo, questa sinergia ha permesso loro di poter proseguire l’attività senza dover rinunciare alla qualità. Credo che si tratti di un bell’esempio di come si possono superare le rivalità». E risolvere problemi che le amministrazioni da decenni non sanno affrontare.

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