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EMERGENZA ACCOGLIENZA NEL CREMASCO

Migranti, un'intesa che divide

Il protocollo da inviare alla prefettura firmato solo da 29 sindaci su 48. Tra chi si è chiamato fuori anche amministrazioni di centrosinistra

foto: Studio B12

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redazione@laprovinciacr.it

03 Ottobre 2015 - 10:37

Migranti, un'intesa che divide

I sindaci in prefettura per l'emergenza migranti

CREMA - L’accordo territoriale per la gestione dei richiedenti asilo è firmato e davvero ‘spacca’ il Cremasco in due. Su 48 Comuni, 29 sindaci hanno sottoscritto il protocollo sull’accoglienza diffusa; 19 sono invece i non firmatari. Vale a dire, ha detto ‘no’ il 40% delle amministrazioni, che erano state chiamate a condividere le ‘regole cremasche’ degli arrivi. Ovvero, quei due profughi ogni 1.000 abitanti a Comune, la mediazione Caritas nella gestione dell’accoglienza, tetti massimi di affitto in caso di disponibilità di strutture private e impegno — a discrezione dei primi cittadini — nel supportare percorsi di alfabetizzazione e lavoro. Lunedì 5 ottobre, l’accordo sarà inviato in prefettura, che deciderà a sua volta se accordare le richieste, dando così il via all’accoglienza diffusa. Solo due settimane fa, infatti, l’ultimatum del prefetto Paola Picciafuochi ai sindaci — nel corso dell’ultimo vertice a Cremona — per sveltire le tempistiche dell’avvio all’ospitalità, definita «troppo in ritardo nel Cremasco». E la decisione di modificare per l’ultima volta la bozza di accordo, cercando di avvicinare le posizioni dei sindaci di centrodestra e centrosinistra, fino ad allora abbastanza distanti. Ora, a dire sì — qualcuno dopo consultazione e atto di giunta, altri condividendo anche con il consiglio comunale — sono stati i 29 primi cittadini dei Comuni riportati nella tabella in pagina. Altri 19, invece, non hanno sottoscritto il documento. Ovvero, la maggior parte dei Comuni di centrodestra che fin dall’inizio non ha visto di buon occhio il protocollo, così come altre amministrazioni di cui invece finora non si era conosciuta la posizione. A non firmare sono stati: Casaletto di Sopra (Luca Cristiani), Castel Gabbiano (Rosanna Erminia Ignazi), Chieve (Davide Bettinelli), Credera Rubbiano (Matteo Guerini Rocco), Cumignano sul Naviglio (Aldo Assandri), Genivolta (Gian Paolo Lazzari), Gombito (Massimo Caravaggio), Izano (Luca Giambelli), Palazzo Pignano (Rosolino Bertoni), Ripalta Cremasca (Aries Bonazza), Ripalta Guerina (Luca Guerini), Romanengo (Attilio Polla), Salvirola (Nicola Marani), Soncino (Gabriele Gallina), Spino d’Adda (Paolo Riccaboni), Ticengo (Marco Arcari), Trescore Cremasco (Angelo Barbati), Trigolo (Christian Sacchetti) e Vailate (Paolo Palladini). Il ‘no’ alla firma non garantisce comunque che la prefettura non possa (è nelle sue facoltà) inviare profughi sul territorio, laddove privati mettano a disposizione strutture. Motivazione, secondo chi ha firmato, per la quale tutelarsi e cercare di dominare e non subire il fenomeno, con il documento. Solo i riscontri del prefetto lunedì, renderanno chiaro quale forma prenderà l’accoglienza sul territorio.

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Commenti all'articolo

  • themitch

    04 Ottobre 2015 - 08:31

    Un esempio di 2 "profughi" ogni 1000 abitanti lo abbiamo a Gabbioneta ma con le parti invertite...

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