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NODO PROFUGHI NEL CREMASCO

"Sul numero non si discute"

Centrosinistra e centrodestra mediano "per un territorio più forte" e un comitato incaricato di trovare la sintesi tra i due documenti. Ma alcuni si chiamano fuori: "Non vogliamo nessuno"

foto: Marinoni

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redazione@laprovinciacr.it

18 Settembre 2015 - 10:57

"Sul numero non si discute"

Alcuni dei sindaci riuniti a Crema

CREMA - Un documento condiviso, perché l’ospitalità ai profughi nel Cremasco non ‘spacchi’ il territorio a metà e non permetta ai sindaci di non avere voce in capitolo nell’accoglienza migranti, rispetto alle scelte della prefettura. Quello che può essere un accordo di sintesi tra le posizioni dei diversi primi cittadini vedrà una stesura nelle prossime ore, dopo la riunione di giovedì 17 settembre — nella sala dei Ricevimenti del municipio di Crema — che ha messo a confronto le linee e dei sindaci di centrodestra e centrosinistra. A prevalere, pare essere stata la volontà di mediazione e non l’ipotesi di due documenti separati da sottoporre eventualmente al prefetto, qualora nessun accordo fosse raggiunto. In realtà, non tutto il territorio condividerà però questa scelta: alcuni Comuni (tra i quali Soncino, Ticengo, Casaletto di Sopra e altri) — con una lettera — si sono chiamati fuori da qualsivoglia documento in merito all’accoglienza. Chi è rimasto, invece, ha dibattuto a lungo, concludendo di poter effettivamente mediare su alcuni punti; allontanandosi, ma non escludendo ulteriori confronti, su altri. A non ostacolare, anzi a fornire i presupposti per la mediazione, dovrebbero essere gli aspetti relativi ai ‘i numeri’ dell’accoglienza: nessuno, nel proprio documento, si sarebbe discostato da quel ‘due profughi ogni 1.000 abitanti’ che renderebbe equa e ben distribuita l’ospitalità nel Cremasco. Così come non pare essere in discussione l’affidamento della gestione a Caritas. Se poi solo la realtà cremasca (come indicato nel primo protocollo) o delle tre diocesi del territorio (suggerita dal testo dei sindaci di centrodestra) si vedrà. Assolutamente d’unione è il tema del protagonismo dei sindaci: ovvero la volontà di essere informati, coinvolti e inclusi nelle scelte che la prefettura farà sul territorio. E questo è il filo rosso sul quale si starebbe giocando il nuovo documento. Punto di reale distacco tra le posizioni resterebbe invece la richiesta (sempre del centrodestra) di realizzare un centro di accoglienza e identificazione dei profughi, dove verificare lo stato di richiedenti asilo prima di destinarli ai Comuni. Rifiutando l’accoglienza ad eventuali ‘clandestini’. Per tutto il resto, ovvero i costi della gestione, oppure il coinvolgimento di altre realtà del privato sociale e la data di scadenza dell’accordo (o fino a marzo come paventato inizialmente, oppure di un anno) tutto si rimanda appunto al documento di sintesi definitivo, in fase di completamento. In base ai risultati delle mediazioni. Una volta su carta, nulla cambierà rispetto all’iter già previsto: sarà inviato alle amministrazioni che, liberamente, sceglieranno se sottoscriverlo o meno. A quel punto, si proporrà alla prefettura, sperando di ottenere il via libera per un’accoglienza che sia — non solo sulla carta — il più condivisa ed equilibrata possibile.

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