L'ANALISI
31 Luglio 2015 - 19:20
Il sindaco di Crema Stefania Bonaldi
CREMA - Problema migranti, in cerca di soluzione. Appuntamento nella mattinata di sabato 1 agosto, nella sala Ricevimenti del municipio. A confronto gli amministratori pubblici col prefetto Paola Picciafuochi. Confronto che dovrebbe terminare con un ‘qualcosa’ di concreto a partire dalla logistica, ovvero dove e come accogliere i migranti. La mozione fatta propria dal consiglio comunale di Chieve e inviata a tutti i sindaci del territorio, potrebbe contenere elementi di spunto: no all’accordo tra prefettura e privati senza coinvolgimento dei Comuni. «Il senso dell’incontro — argomenta il sindaco di Crema Stefania Bonaldi, promotrice dell’appuntamento odierno — mi pare chiaro: la situazione è sotto gli occhi di tutti e rappresenta una vera emergenza sociale. Gli episodi recenti mostrano la necessità di un coordinamento e di dare risposte concrete. Se i sindaci non entrano e tentano di governare il processo, rischiano di subirlo come è avvenuto a Chieve e questo genera situazioni che poi alimentano tensioni sociali». «Io credo — prosegue il sindaco — che come amministratori, al di là delle convinzioni personali e politiche di ciascuno, abbiamo il dovere di cooperare a trovare soluzioni sostenibili, socialmente compatibili e dignitose. Oggi esiste già un protocollo predisposto dalla prefettura, con il contributo di alcuni comuni, fra cui Crema e Cremona, rispetto alla accoglienza, ma sinora è rimasto sulla carta; ora va creato un coordinamento territoriale a livello Cremasco che definisca numeri sostenibili di accoglienza in ogni territorio. Sulla base di indicatori che definiremo insieme (ad esempio numero abitanti, percentuale stranieri presenti, disponibilità logistiche). E ancora che individui strutture pubbliche o private idonee ad assicurare l’accoglienza nei Comuni del territorio ed adeguate anche sotto il profilo della civile convivenza». Il sindaco Bonaldi individua la necessità di «un soggetto tecnico operativo per la gestione della assistenza e degli interventi necessari all’accompagnamento dei migranti e ai successivi percorsi di integrazione. Oggi questo soggetto sul nostro territorio è Caritas, il cui ruolo è decisivo e fondamentale. Preveda il successivo impiego dei migranti, dopo il primo periodo di inserimento, in lavori socialmente utili, per riempire le loro giornate, per farli sentire parte della comunità e anche per un ‘effetto restituzione’ alla collettività».
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