L'ANALISI
27 Luglio 2015 - 10:58
Uno dei cartelli che avvisano della presenza del rilevatore fisso di velocità sulla tangenziale
CREMA - Non c’è pace per l’autovelox fisso, attivato il 12 aprile scorso lungo la tangenziale cittadina: a metterci lo zampino, nell’avvio di un’estate rovente non solo dal punto di vista meteorologico, hanno provvedono pure le bizze della tecnologia. Risultato? Multe doppie, da annullare in 17 casi. Prima l’interpellanza in Comune di Forza Italia, firmata dal capogruppo Simone Beretta e che ha subito incontrato il sostegno del collega Tino Arpini (Cose buone per Crema), per invocare un innalzamento del limite di velocità, attualmente fissato a 70 all’ora. Quindi la replica del Comune, affidata ad un comunicato: per evitare le contravvenzioni — recitava a grandi linee un passaggio del testo — è sufficiente prestare attenzione alla segnaletica, che avverte della presenza del rilevatore. Poi le 250 firme, raccolte dai titolari delle pompe di servizio che si affacciano sulla strada, per chiedere che sul rettilineo sotto controllo si possa viaggiare a 90 all’ora: «Assurdo penalizzare gli automobilisti...»; un’iniziativa, quest’ultima, che ha trovato una sponda di sostegno nei Giovani Padani. Ed ora, a portare nuovamente il rilevatore al centro dell’attenzione, sono le contravvenzioni ‘fotocopia’. In 17 casi, come detto, lo scatto che testimonia la violazione è stato trasmesso al quartier generale dei vigili due volte, a causa di un inconveniente informatico. E uno degli automobilisti interessati ha già pagato il verbale bis. «Siamo mortificati», ammette il comandante della polizia locale Giuliano Semeraro. E spiega che a causare ‘l’inghippo’ è stato un problema tecnico. «Stiamo procedendo a contattare gli utenti coinvolti, qualora non se ne siano già avveduti — spiega l’ufficiale in comando in piazzetta Croce Rossa —: per quanto riguarda la persona che ha pagato, sono state attivate le procedure per la restituzione». Nel frattempo, sul numero effettivo dei verbali dispensati dall’autovelox cremasco — dall’entrata in funzione — non trapela nulla, che non siano indiscrezioni. Il consigliere Beretta, nei giorni scorsi, aveva reso nota l’indiscrezione «raccolta da un collega di maggioranza», che vorrebbe il numero delle infrazioni accertate vicina alle seimila nell’arco di poco più di due mesi. Da precisare che i considerevoli incassi, se il dato venisse confermato ed il trend si mantenesse costante, non costituirebbero un ‘tesoretto’ esclusivo dell’amministrazione comunale. La tangenziale è infatti di competenza della ex provincia, cui spetta una quota. Va poi considerato l’ammortamento dell’impianto, costato circa duecentomila euro. La legge, infine, vuole che gli introiti prendano la via degli investimenti nella sicurezza stradale. Ma è pur vero che le cifre delle quali si parlerebbe, se il ritmo da migliaia di verbali al mese trovasse ufficialità, sarebbero di tutto rispetto: anche considerando l’infrazione minima da un centinaio di euro, il conto è presto fatto.
Rumors cremonesi, ossia dalla sede dell’attuale area vasta che ha sostituito la vecchia provincia, danno nel frattempo come improbabile, o meglio impossibile, che il limite possa essere innalzato a 90 orari. E ciò in ragione della struttura stessa della strada, concepita alla realizzazione — negli anni Novanta — per un’andatura di crociera da 70 all’ora.
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