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CREMA

Primi migranti in via Civerchi

Il trasferimento deciso dalla Curia dopo la protesta davanti al palazzo vescovile dei genitori delle Ancelle

maria grazia teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

23 Luglio 2015 - 10:34

Primi migranti in via Civerchi

CREMA - Da mercoledì i cinque profughi trasferiti dall’ex-convento delle Ancelle dormono al rifugio San Martino, in via Civerchi. Nei prossimi giorni, ne arriveranno altri, al massimo una decina. L’ora dell’accoglienza è arrivata e — fedele alle promesse — la diocesi non ha rinunciato ad ospitare altrove i richiedenti asilo protagonisti della ‘bufera’ sollevata dai genitori della scuola materna in capo a fondazione Manziana. Sin da ieri mattina, nella sede del rifugio-dormitorio, operatori e volontari della Caritas diocesana si sono attivati per attrezzare la struttura e rendere il più possibile accoglienti le stanze che ora ospitano i migranti. Nelle prossime ore, la prefettura assegnerà alla diocesi di Crema altri profughi, già arrivati sul territorio provinciale sempre nella giornata di ieri. Non potranno tuttavia essere più di 10, dato che l’accoglienza massima consentita nel rifugio è di 15 persone. Gli attuali nuovi ospiti e quelli che stanno per arrivare. Potrebbero essere anche meno, a discrezione degli accordi che sono intercorsi tra prefettura e Caritas Crema. Quel che è certo è che la curia ha portato a termine l’intento anticipato dal vescovo Oscar Cantoni a poche ore dal passo indietro rispetto all’accoglienza nell’ex-convento Ancelle e, ancora martedì, a Radio Vaticana: «Non intendo rinunciare al progetto dell’assistenza ai profughi, a cui la Chiesa — aveva ribadito monsignor Cantoni ai microfoni dell’emittente — non può sottrarsi, pena la perdita di credibilità». Detto, fatto. A poco più di una settimana dalla protesta dei genitori sotto l’episcopio, la diocesi accoglie i profughi in una struttura alternativa. E ne attende altri, per portare a compimento il progetto. Una soluzione che comunque sarà provvisoria: il rifugio San Martino rappresenta infatti una valida alternativa a fronte del fatto che, in estate, resta chiuso e quindi non viene utilizzato per l’accoglienza dei bisognosi del territorio. Nei mesi invernali, al contrario, è quella la sua destinazione. Quindi per i migranti, con tutta probabilità, saranno trovati altri spazi. Si tratta, dopotutto, di una manovra d’emergenza, dettata dall’inaspettata reazione delle famiglie della scuola materna Manziana (sezione Ancelle). La scorsa settimana, la ‘scintilla’ della protesta era nata dalla mancata comunicazione dell’apertura del centro d’accoglienza nei locali adiacenti all’asilo. Le famiglie, venute a sapere che la struttura già ospitava cinque persone, hanno protestato sotto il palazzo vescovile e chiesto il trasferimento dei migranti altrove, per «ragioni di sicurezza». A loro dire, gli spazi non sarebbero stati adeguatamente divisi da quelli dell’asilo. Notizia poi smentita dalla diocesi. Quindi la scelta del vescovo di rinunciare all’ex-convento e la promessa di un alternativa. Promessa mantenuta.

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Commenti all'articolo

  • Moroni

    23 Luglio 2015 - 12:18

    La chiesa può stare tranquilla non ha perso la sua credibilità. Sicuramente ha perso me da molto tempo.

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