L'ANALISI
19 Luglio 2015 - 12:47
La protesta dei genitori davanti al vescovado
CREMA - Dalla piazza al palazzo. Anche a Crema, come è successo altrove, quel che resta delle polemiche sull’accoglienza dei profughi — in questo caso, nell’ex-convento delle ‘Ancelle’ — si ridurrà a dibattito politico, lontano dalle motivazioni che hanno mosso il confronto e hanno interrogato la città. A Crema, forse perché l’episodio si è sviluppato nell’ambito di una scuola diocesana, si è rivendicata più volte e su più fronti la volontà di mantenere il confronto ad un livello popolare, ‘di piazza’, slegato da logiche partitiche. Dalla teoria alla pratica, tuttavia, il passo è lungo. E così, da quando una fuga di notizie ha ipotizzato la realizzazione di un centro profughi nel convento delle ex-Ancelle di via Battisti e la reazione dei genitori ha portato alla protesta di piazza, il risvolto politico della questione ha subito preso il sopravvento. Tanto che, ad oggi, i profughi sono stati trasferiti, il comitato genitori che ha sollevato la polemica tace, così come diocesi e Caritas Crema e, a tener viva la questione, sono le conseguenze politiche della vicenda, che ora continuerà nelle stanze del ‘potere’, al tavolo di consigli comunali, provinciali, regionali. Un’attualità che, a Crema, significherà anche discutere una mozione — presto presentata in consiglio dal gruppo di Rifondazione Comunista — con la quale si chiederà «all’amministrazione di sospendere l’erogazione dei contributi economici che interessano la scuola paritaria» della fondazione Manziana, come annunciato dal consigliere Renato Stanghellini, a fronte dell’atteggiamento «di chiusura dei genitori». Sul fronte diametralmente opposto, intanto, il consigliere regionale della Lega Nord Federico Lena avanza altre richieste al primo cittadino Stefania Bonaldi, criticandone la scelta di «attivarsi per trovare una sistemazione ai profughi che saranno accolti nella città di Crema», aggiungendo di essere stato informato che «l’amministrazione comunale starebbe compiendo sopralluoghi in città e pare intenzionata a concretizzare quanto anticipato dal sindaco. Anziani, indigenti, genitori separati cremaschi: questi dovrebbero essere la priorità». Che vi siano in atto sopralluoghi, al momento, è solo un’ipotesi. Ad essere certa, invece, per stessa ammissione del primo cittadino, è l’assoluta volontà a mettere in campo soluzioni che consentano di accogliere i richiedenti asilo. Soluzioni, come già precisato, che comunque «non riguarderanno le case popolari, per non bypassare 450 famiglie già in lista d’attesa». Con una garanzia, quindi, a quella ‘priorità’ rivendicata da Lena. Tutto e il contrario di tutto si è detto su questa storia: al centro — anche se da poche ore dopo l’esplosione della protesta, non ne sono più stati protagonisti — i bambini. Da una parte quelli dell’asilo delle Ancelle, per i quali i genitori chiedevano «sicurezza»; dall’altra, quelli che, sbarcati con i genitori e magari ospitati a Crema, avrebbero potuto alloggiare a pochi passi dai coetanei. Come avrebbero risolto loro, tutta questa vicenda? Forse riportando la questione, dal palazzo alla piazza. O ancor meglio, in un cortile?
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