L'ANALISI
03 Luglio 2015 - 11:33
L'ospedale di Crema
CREMA - Una quarantina di sindaci, i tre consiglieri regionali Federico Lena e Carlo Malvezzi (di Lega e Ncd, cioè della maggioranza in Regione) e Agostino Alloni del Pd, i parlamentari Cinzia Fontana e Franco Bordo, una nutrita squadra di medici, decine di cittadini: nella mattinata di venerdì 3 luglio è andata in scena davanti all’ospedale di Crema la prima delle numerose iniziative in programma per la difesa dell’autonomia dell’ospedale di Crema, che entrerà nell’orbita di Cremona se verrà approvata in Consiglio la riforma della territorializzazione della sanità approvata in Commissione III. Un’iniziativa riuscita e che vede impegnate tutte le forze politiche locali, un’unità di intenti che da queste parti non si vedeva de decine di anni. Per ribaltare la situazione c’è tempo fino al 14 luglio, quando la riforma andrà in Aula e i primi cittadini si sono organizzati mettendo in atto una fitta agenda di impegni. Sabato 4 luglio incontreranno il sindaco di Lodi e alcuni colleghi lodigiani per verificare l’ipotesi di ‘piano B’, cioè che la ‘fusione’ guardi verso l’Adda piuttosto che verso il Po, lunedì incontreranno il capogruppo in Regione del Pd e, a seguire,quelli degli altri partiti. Infine si sta studiando il modo per portare le fasce tricolori cremasche in Regione a manifestare ancora pima dell’inizio della discussione in aula della riforma. Infine, i consiglieri regionali ieri mattina hanno confermato di essere coesi nella sensibilizzazione dei colleghi consiglieri dei loro partiti con l’obiettivo di arrivare alla fatidica ‘quota 41’ di voti: quelli necessari per fare passare il subemendamento che salva l’autonomia dell’ospedale di Crema.
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