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CREMA-OMBRIANO

Poste, "pronti alle barricate"

Martedì 30 giugno si terrà il presidio davanti all'agenzia. Il sindaco Bonaldi: "Alzeremo la voce"

Daniele Duchi

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24 Giugno 2015 - 19:23

Poste, "pronti alle barricate"

La raccolta firme contro la chiusura della posta di Ombriano

CREMA - Se oltre un migliaio di firme e i tavoli in Regione non sono bastati, «alzeremo la voce martedì, con un sit-in davanti all’ufficio postale di Ombriano e cercheremo di cambiare una decisione incomprensibile». Parola del sindaco Stefania Bonaldi, a seguito dei risultati «poco edificanti» del negoziato tra Regione Lombardia e i vertici di Poste Italiane che ha salvato gli uffici di Gallignano (Soncino) e Vicomoscano (Casalmaggiore), escludendo il quartiere cittadino abitato da 6.300 abitanti. Così, i consiglieri di maggioranza Emanuele Coti Zelati, Gianluca Giossi, Emilio Guerini e Paolo Valdameri, in collaborazione con le opposizioni rappresentate da Tino Arpini e Antonio Agazzi stanno organizzando la giornata di martedì 30 giugno: «Stiamo valutando quale possa essere la fascia oraria preferibile perché la maggioranza dei residenti possa partecipare — commenta Coti Zelati — ma martedì diremo la nostra. Come ha detto l’onorevole Franco Bordo, ci si prepara alle barricate». Intanto, la mobilitazione è partita sui social network, con una pagina facebook a tema aperta dallo stesso consigliere e alla quale hanno già aderito più di un centinaio di persone in poche ore. Resta la convinzione, da parte del primo cittadino, che la questione debba poi essere riportata al Pirellone, dalla quale negoziazione non sono usciti buoni risultati per Ombriano: «Ora la palla passa a livello nazionale, ma diventa complicato cambiare le cose. Fu lo stesso ministero dello Sviluppo economico a demandare alla Regione la mediazione, che invece ha usato criteri diversi da quelli suggeriti, ad esempio dalla raccolta firme», ribadisce Bonaldi, facendo chiaro riferimento al bacino d’utenza di Ombriano. «Fino alla scorsa settimana, Ombriano figurava tra i 14 uffici postali da salvare. Poi Poste ha cambiato idea. Perché? Dobbiamo far sentire forte la nostra protesta — incalza Bonaldi —: ora sul territorio e, a conti fatti, anche in Regione. Vedremo in che modo». Intanto, Bordo annuncia di aver portato la vicenda sul tavolo del sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli «ultimo ad avere la parola sul piano di Poste Italiane; se ne sta occupando insieme al capo della segreteria Alessio Beltrame».

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