L'ANALISI
21 Giugno 2015 - 12:24
I carabinieri di Rivolta d'Adda in azione
RIVOLTA D'ADDA - Venerdì giugno, durante la prima mattina, il gestore di un bar si è presentato alla caserma dei carabinieri lamentando di aver trovato il locale scassinato. I militari sono andati immediatamente ad eseguire un sopralluogo, alla ricerca di tracce utili alle indagini, notando che effettivamente i tre videopoker ed un apparecchio cambiamonete erano stati forzati ed il contenuto, di proprietà di una ditta di giochi del bresciano, pari a circa 6.000 euro, era sparito. Inspiegabilmente, però, la porta di ingresso non era stata forzata. I militari, come da prassi, hanno quindi svolto oculati accertamenti, sentendo anche le persone residenti in zona, dimostrandosi particolarmente collaborative contro quel bar che spesso era motivo di disturbo della quiete pubblica. Alcuni vicini riferivano di aver udito dei rumori di un flessibile in funzione (e il classico odore di ferro bruciato), provenire da dentro il bar durante la mattina precedente (non quindi nella notte), quando il titolare era stato visto arrivare insieme alla compagna; i due, dopo essere entrati, avevano abbassato stranamente la saracinesca, per poi uscire e mantenere chiuso il locale. Insomma, la versione fornita dal gestore del locale faceva acqua da tutte le parti, soprattutto in merito alla trasposizione temporale del furto avvenuto, secondo lui, durante la notte e quindi del tutto inverosimile riuspetto a quanto emerso dall'indagine. Messo alla strette, il barista raccontava di aver simulato il furto per problemi economici (aveva infatti rilevato l’attività da cinque mesi ma gli affari non andavano bene) pensando però di riuscire a farla franca. I due, al termine degli accertamenti, sono così stati denunciati in stato libero alla competente autorità giudiziaria per simulazione di reato.
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