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DIRITTI A CREMA

Unioni civili, adesso si può

Definitivo via libera del consiglio comunale al termine di un acceso dibattito, duro scontro ideologico

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

16 Giugno 2015 - 12:52

Unioni civili, adesso si può

Il consiglio comunale di Crema

CREMA - Il Comune di Crema può rilasciare l’attestato di unione civile basato su vincolo affettivo: il consiglio comunale di lunedì 15 giugno ha dato il via libera definitivo al Registro delle unioni civili, concludendo, pur tra molte scintille e qualche sorpresa, un percorso iniziato oltre un anno e mezzo fa. I voti favorevoli al regolamento attuativo sono stati 14, compresi quelli del Movimento 5 Stelle. Nella maggioranza si sono sfilati il presidente del consiglio Vincenzo Cappelli ed Emilio Guerini, entrambi del Pd, che non hanno condiviso «né metodo, né merito». Tre i no (Simone Beretta di FI e Alberto Torazzi della Lega se ne sono andati prima del voto, annunciando comunque posizione contraria); due gli astenuti: Antonio Agazzi e, a sorpresa, Sebastiano Guerinidi ‘Buongiorno Crema’. Quest’ultimo, con un intervento sofferto, ha ammesso «di essere stato l’unico ad aver cambiato idea rispetto al voto istitutivo del Registro. Allora votai contro, ma visto che oggi parliamo delle regole e che la decisione politica venne compiuta nel gennaio del 2014, voglio dire che non mi sento di essere ostacolo per persone che vivono un sentimento diverso dal mio». Il voto finale è arrivato dopo un dibattito intenso e non privo di asperità. In particolare, in occasione dei due interventi di Emanuele Coti Zelati di Sel, il consigliere che aveva presentato la proposta originaria di Registro. Questi ha duramente apostrofato in più occasioni i contrari, ai quali ha dato, tra l’altro delle «lingue biforcute», venendone peraltro rintuzzato e costringendo il presidente a richiamarlo più volte. Com’era facilmente prevedibile, il dibattito ha pressoché completamente ignorato i contenuti del regolamento (particolare, questo, condannato dal 5 Stelle Christian Di Feo), per diventare l’ennesimo scontro politico sulle unioni gay. Unica eccezione Dante Verdelli, del Patto civico, che ha voluto rimarcare come «queste registro conferma la dignità della convivenza ed è una riposta all’inerzia parlamentare». Torazzi ha parlato «di speculazione politica per avere consenso» e rimarcato come a suo vedere «le unioni civili siano un danno per la comunità, avendo un inevitabile costo e siano prodromiche al riconoscimento delle famiglie gay. Il Registro, inoltre, non toglie alcuna discriminazione». «Un altro passo verso il riconoscimento surrettizio delle adozioni ai gay e una forzatura anti matrimonialista», si è rammaricato Tino Arpini di ‘Solo cose buone per Crema’. «Questo Registro è inutile e non fa acquisire diritti reali — ha accusato Beretta — La vera battaglia culturale va fatta in Parlamento: tanto valeva aspettare la pronuncia del legislatore, che pare ormai vicina». Appassionata la difesa delle coppie gay di Teresa Caso, del Pd. La posizione della maggioranza è stata sintetizzata dal sindaco, Stefania Bonaldi: «Il tema dei diritti dev’essere affrontato in sede nazionale, mi pare evidente, tuttavia il Comune può individuare e promuovere quelli che appartengono già alla persona, soprattutto quando sono legati ad atti di amore e sono privi di eterolesività, non danneggiano cioè i diritti altrui. Un crinale molto chiaro, un diritto non può lederne un altro, ma se si aggiunge ad altri diritti crea progresso e incrementa il benessere di una platea più vasta di cittadini. Sono consapevole che il tema evoca posizioni piuttosto ‘cariche’, anche di emotività, tuttavia l’interlocutore dell’Amministrazione è prima di tutto il singolo cittadino, con le attese e le speranza di cui è portatore». «Parliamo di ambito amministrativo, — ha proseguito — non certo di matrimoni o di adozioni, competenze che non ci toccano. Chi ci attribuisce intenzioni del genere è in malafede, e forse dovrebbe ricordare che la famiglia si tutela soprattutto creando condizioni di giustizia valide per tutti, e non per gli amici o per i compagni di movimento e di partito».

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Commenti all'articolo

  • cht.andrea

    16 Giugno 2015 - 13:46

    Vorrei sapere i doveri che hanno l'uno verso l'altro i cittadini che si registrano. Una volta che vi siete dati la risposta chiedetevi se: 1) il matrimonio non convenga di più ad entrambi 2) quale sia la scelta più responsabile 3) a volte non valga la pena di mettere da parte le ideologie e di usare la semplice logica. A meno che anche il sentimento che si prova verso il proprio partner non sia uno dei tanti capricci passeggeri. Ma allora bisogna proprio riconoscerlo?

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