L'ANALISI
23 Maggio 2015 - 10:53
CASALE CREMASCO - La richiesta di fallimento che incombe sull’agenzia interinale Maxwork spa — il tribunale di Bergamo ha nel frattempo concesso tempo sino a fine di giugno alla società per presentare un piano di concordato o di ristrutturazione dei debiti — ha pesanti ripercussioni anche su una settantina di interinali della Galbani di Casale Cremasco Vidolasco e su alcuni dipendenti della Intercos di Dovera.
«Questi lavoratori — spiega Maurizio Bertolaso della Cgil — non percepiscono lo stipendio da mesi e sono in attesa di capire se prenderanno i prossimi emolumenti. La loro critica situazione è emersa nel corso di un’assemblea che abbiamo tenuto nei giorni scorsi con i dipendenti della Galbani. Si tratta di personale generico, per lo più operai, che hanno contratti settimanali o mensili».
La sede cittadina dell’agenzia si trova all’ingresso del quartiere San Carlo a Crema. «Il lavoratori non percepiscono lo stipendio in quanto debbono essere pagati dall’agenzia interinale, ma la Galbani ha comunque la responsabilità dei contratti. Per questo ci siamo messi immediatamente in contatto con il management dell’azienda per arrivare ad una risoluzione della vertenza che consenta ai lavoratori di percepire gli emolumenti arretrati».
La richiesta di fallimento era stata presentata il 9 aprile dal pubblico ministero Fabio Pelosi per un debito della società interinale verso l’Erario: al 31 gennaio la cifra ammontava a 14,49 milioni (dei quali 11,19 milioni per omesso versamento di contributi Inps).
Maxwork, nella richiesta di pre concordato, aveva dichiarato un fatturato 2014 di 60 milioni di euro, con circa 2.500 dipendenti. Aveva inoltre evidenziato di vantare crediti da clienti per circa 34 milioni di euro: sarebbe la carenza di liquidità ad impedire alla società di pagare il debito verso l’Erario e gli enti previdenziali.
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