L'ANALISI
20 Maggio 2015 - 10:46
Papa Bergoglio e nel riquadro gli sposi
VAILATE — Non è da tutti ricevere gli auguri di matrimonio da papa Francesco. Il privilegio è toccato ai mozzanichesi Simona Deponti e Maurizio Bracchino, che si sono sposati sabato scorso (16 maggio) nel municipio di Treviglio, coronando un amore che dura da sette anni. Lui, 54 anni, è oculista presso l’ospedale di Treviglio, lei, 43, da molti anni ha un negozio di ottica nei pressi del municipio a Vailate, dove tutti la conoscono e di cui in pratica è cittadina d’adozione. Il papa è imparentato con Maurizio. La nonna materna di Bracchino era infatti cugina di primo grado del padre di Jorge Bergoglio e la mamma di Maurizio, l’ottantatreenne Carla Rabezzana, di Torino, è da sempre in contatto con il pontefice, tanto da essere assolutamente normale per lei parlarci periodicamente. Inoltre, quando da arcivescovo di Buenos Aires il cardinal Bergoglio veniva in Italia per recarsi in Vaticano, era solito fare tappa proprio dalla cugina Carla nella città della Mole, dove pernottava prima di ripartire per l’Argentina. Da qui il legame di Francesco anche con Maurizio e con Simona, ai quali il messaggio d’auguri del Santo Padre è arrivato circa un mese fa. «Alla mail che gli avevamo inviato annunciando le nostre nozze — racconta Simona — papa Francesco ci ha risposto dicendoci di essere contento per noi, contento che ci vogliamo bene. Nella mail gli avevamo anche chiesto se potevamo vederlo prima di sposarci, per avere di persona la sua benedizione, ma lui, scusandosi, ci ha detto che i troppi impegni che aveva gli impedivano di riceverci prima del 16 maggio. Lo incontreremo però il 22 giugno prossimo, quando sarà a Torino per la Sacra Sindone: verrà a trovare la mamma ed i parenti di Maurizio e pranzeremo con lui».
Il rapporto fra Maurizio e Simona ed il Papa è di grande cordialità. «Noi — continua Simona — siamo soliti dargli del tu. Ricordo benissimo la prima volta che parlai con lui: è stato circa 5 anni fa a Torino, dalla mamma di Maurizio. Ero emozionata, non sapevo come chiamarlo e lui mi disse: chiamami Giorgio. Il Santo Padre è così, proprio come appare al mondo: molto simpatico, molto umano, giù alla buona come diciamo noi. Tutte qualità che avevamo constatato anche quando io e Maurizio eravamo andati a trovarlo a Buenos Aires, nel settembre 2012, un anno prima che diventasse papa».
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