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VAILATE

‘Figlio in coma e malato
Mia sorella non ce la fa’

L’uomo è ricoverato al Caimi da 11 anni, la madre ha un tumore

Gianluca Maestri

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

15 Maggio 2015 - 23:55

‘Figlio in coma e malato
Mia sorella non ce la fa’

Rita Manera assiste il nipote in coma da 11 anni dopo un ictus

VAILATE — «Cerco un aiuto per mia sorella: è da sola e molto malata. Che qualcuno, per favore, si metta una mano sul cuore». Trattiene a stento le lacrime Rita Manera, 67enne pensionata di origini cremasche residente a Castiglione delle Stiviere, mentre racconta la storia di sua sorella Alma, 71 anni, che da Pasquetta lotta contro un cancro. Rita parla seduta nel salottino al piano terra dell’Ospedale Caimi di Vailate, struttura dove suo nipote, il 49enne figlio di Alma, da undici anni è ricoverato in stato vegetativo a seguito di un ictus. Alma veniva a trovarlo ogni giorno, immancabilmente (arrivava a Vailate in pullman da Crema nel primo pomeriggio e se andava prima di sera): negli ambienti del Caimi la conoscono un po’ tutti. «La tragedia di mio nipote — prosegue Rita— è l’emblema della sfortuna e delle difficoltà che hanno colpito mia sorella senza che lei, tuttavia, si facesse abbattere. Adesso però si è aggiunto il problema del cancro. Alma è una donna forte ed orgogliosa, che ha chiesto di essere curata a casa sua, ma fra poco potrebbe andare incontro a grosse difficoltà dovute alla chemioterapia, con il rischio che le cure la debilitino a tal punto da dover essere assistita giorno e notte. La sua pensione potrebbe non bastarle più, a fronte di un affitto da pagare di 400 euro al mese più le spese delle utenze. Il rischio, serio, è che riceva uno sfratto. Se succedesse, cosa faremmo?». Da qui l’appello di Rita affinché qualcuno si faccia avanti per aiutare Alma. «Il 19 maggio prossimo –aggiunge- porterò mia sorella all’ospedale di Crema per una visita dopodiché i medici decideranno la data d’inizio della chemioterapia. Un primo ciclo durerà tre mesi dopodiché, se non vi saranno stati miglioramenti, verrà sottoposta ad un secondo ciclo, ancora più pesante. Le spese economiche aumenteranno per forza se saremo costretti, come ci è stato prospettato dai medici, a ricorrere ad una o più persone che l’assistano ventiquattr’ore su ventiquattro. Per il momento, anche se la mia salute è precaria, lo faccio io essendomi trasferita a casa sua dal 9 maggio scorso, giorno in cui Alma è uscita dall’ospedale di Crema dove era stata ricoverata il giorno dopo Pasquetta. Già riceviamo un piccolo aiuto dalla Caritas di Crema, che consiste nella fornitura periodica di una borsa di alimenti ma temo che ci vorrà ben altro. Se potessi, aiuterei io stessa Alma, ma percepisco solo la pensione sociale pari a 460 euro al mese. Né possiamo contare su nostro fratello e su nostra sorella, perché entrambi hanno dei grossi problemi personali e di salute che non sto a raccontare. È per questo che mi sono rivolta al vostro giornale per chiedere se vi sia qualcuno che possa darci una mano».

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Commenti all'articolo

  • lakota65

    16 Maggio 2015 - 12:45

    Non possiamo....prima vengono gli immigrati clandestini e i Rom, poi.....se rimarrà qualcosa, penseremo alla signora e a suo figlio. Con affetto, Governo Renzi.

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