L'ANALISI
09 Maggio 2015 - 06:00
Mario Macalli
CREMA - Dopo la giustizia sportiva, tocca a quella ordinaria occuparsi della questione dell’acquisizione dei quattro marchi riconducibili al nome ‘Pergo’. Sergio Briganti, ex presidente del Pergocrema, ha presentato ricorso al tribunale di Firenze avverso all’archiviazione della richiesta di rinvio a giudizio fatta nell’autunno scorso nei confronti del presidente della Lega Pro Mario Macalli. Briganti aveva lamentato il ritardato versamento a fine aprile 2012 da parte della Lega Pro di 256.488,80 euro al Pergocrema, come quota spettante per i diritti televisivi, accusando Macalli di abuso d’atti d’ufficio. La richiesta di rinvio a giudizio formulata era stata però respinta dal Gup del tribunale di Firenze Fabio Frangini , poichè il presidente di Lega Pro non era stato considerato un pubblico ufficiale e pertanto non poteva configurarsi il reato. Briganti ha ricorso contro l’archiviazione, in quanto la questione dei marchi non poteva essere liquidata insieme a quella del ritardato versamento. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti ha fissato un’udienza per il 30 giugno. In quella data, il magistrato dovrà decidere se rimandare gli atti al pubblico ministero per ulteriori indagini, oppure se archiviare definitivamente il procedimento. «L’intenzione del Gip — spiega l’avvocato romano Mario Occhipinti, che rappresenta gli interessi di Briganti — è di allargare il raggio delle indagini per valutare se ci siano stati interessi convergenti nella nascita della nuova Pergolettese». La parte ricorrente chiede che vengano di nuovo sentite le persone informate sui fatti, considerato che nei precedenti interrogatori, sarebbero emerse incongruenze nelle dichiarazioni rilasciate. Mentre la giustizia ordinaria procede nel suo corso, si è saputo che sia Macalli sia Briganti hanno presentato ricorso alla Corte d’appello federale, contro la sentenza della Commissione Disciplinare. L’organo di primo grado di giustizia sportiva, la scorsa settimana ha inflitto al presidente di Lega sei mesi di inibizione per la vicenda dell’acquisizione da parte sua dei quattro marchi riferiti al Pergo. Entrambe le parti sono dunque insoddisfatte della sentenza.
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