L'ANALISI
25 Aprile 2015 - 09:59
Gabriele Piazzoni, Franco Bordo e Agnese Gramignoli
CREMA - Anziché l’abituale passaggio quotidiano, in città, entro poche settimane, pacchi e lettere potrebbero essere consegnati a giorni alterni. Come se non bastassero i tagli dovuti alla prospettata chiusura dell’ufficio postale di Ombriano — al momento però il piano di razionalizzazione di Poste italiane, in cui è contenuto il provvedimento, è in fase di revisione — aleggia un nuovo spettro su uno dei servizi pubblici fondamentali per i residenti. A lanciare l’allarme è il deputato di Sinistra ecologia libertà Franco Bordo. Venerdì 24 aprile, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato il rischio di questo ulteriore taglio. Al suo fianco i vertici locali del partito Gabriele Piazzoni e Agnese Gramignoli: «Siamo molto preoccupati — ha spiegato Bordo — per la novità prospettata nei giorni scorsi dall’amministratore delegato di Poste italiane Francesco Caio. La società ha avviato in AgCom (Autorità garante per le comunicazioni, ndr) la procedura per ottenere il via libera alla modifica dei meccanismi di funzionamento del recapito della corrispondenza: in particolare ha chiesto di effettuare la consegna a giorni alterni».
Bordo lancia anche un appello ai Comuni, a cui ha inviato una lettera, estendendolo ad associazioni, enti e privati cittadini, a partecipare alla consultazione pubblica lanciata da AgCom: «L’autorità chiede il parere in merito dei cittadini. E’ importante farsi sentire partecipando alla consultazione. Bisogna collegarsi al sito www.agcom.it e seguire le istruzioni». «Purtroppo — gli ha fatto eco Piazzoni — non è facile trovare online le pagine dedicate alla consultazione, chiediamo a tutti uno sforzo per dire ‘no’ a questo ulteriore ridimensionamento». Il provvedimento avrebbe, ovviamente, carattere nazionale. «Potrebbe essere l’inizio della fine per il servizio postale così come lo abbiamo sempre utilizzato — ha aggiunto Gramignoli — senza dimenticare i rischi occupazionali che ciò comporterebbe per il personale». Per partecipare alla consultazione i tempi sono molto ristretti. Il 30 aprile è la data di chiusura: «Senza una mobilitazione in tempi rapidi — conclude Bordo — rischiamo di trovarci di fronte al fatto compiuto».
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