L'ANALISI
24 Febbraio 2015 - 16:10
La stazione di Crema
CREMA - E’ stato un brutto quarto d’ora quello vissuto lunedì sera da centinaia di pendolari cremaschi che stavano rientrando a casa da Milano in treno. A causa di un problema al sistema frenante del regionale 10481 delle 17,36 (treno diretto da Porta Garibaldi a Cremona), i vagoni sono stati invasi da un fumo acre e biancastro che ha reso l’aria irrespirabile. «La puzza di bruciato si sentiva fin dalla partenza del convoglio — hanno raccontato i testimoni —: poi all’improvviso, prima di arrivare, a Treviglio le carrozze si sono riempite di fumo». Inutile cercare scampo in altri vagoni. Il problema ha interessato tutto il treno, con i viaggiatori costretti a coprirsi naso e bocca con sciarpe e fazzoletti per cercare di proteggersi. «In molti hanno cominciato a tossire e gli occhi bruciavano» hanno aggiunto i testimoni. L’intervento del personale viaggiante ha sbloccato i finestrini, che di norma non possono essere aperti essendo in funzione un sistema di condizionamento sia in inverno che in estate. Ma la situazione non è migliorata di molto a causa degli ambienti ormai saturi. Il regionale ha proseguito sino a Treviglio — il suo percorso ordinario non prevede fermate nelle stazioni intermedie — accumulando una ventina di minuti di ritardo. All’arrivo nella stazione bergamasca i passeggeri hanno potuto abbandonare il convoglio, impossibilitato a continuare il viaggio in direzione di Crema. Sono riusciti a salire sul regionale 10483 per Cremona, un treno con sole due carrozze, insufficienti quindi ad ospitare tutti i pendolari. Inevitabile la ressa a bordo. Il viaggio è poi proseguito senza altri intoppi con i cremaschi che sono arrivati a destinazione con una ventina di minuti di ritardo.
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