L'ANALISI
24 Febbraio 2015 - 10:33
CREMA - Raddoppio della Paullese, il cantiere infinito: se al di qua dell’Adda il cronoprogramma è rispettato, nel Milanese è da registrare una nuova battuta d’arresto. L’apertura dei lavori nel marzo 2009, con l’obiettivo di chiudere l’opera entro l’Expo; ma ottimisticamente, il taglio del nastro all’intera tratta da 40 chilometri non avverrà prima del 2019: dieci anni e 300 milioni di euro fagocitati.
La responsabilità non è certo da attribuire a Cremona: il secondo lotto fra Dovera ed il fiume Adda (a Spino) giungerà a completamento entro giugno; ad accumulare i rinvii — nello specifico — è l’appalto del secondo tratto milanese, tracciato compreso fra il cavalcavia della provinciale Cerca e l’intersezione con la costruenda Tangenziale est esterna, al confine fra Paullo e Zelo Buon Persico. «L’opera - analizza con l’amaro in bocca Paolo Riccaboni, sindaco di Spino e leader del fronte della Paullese - ha senso solo con la completa riqualificazione. I continui ritardi mi fanno riflettere sul fatto che Milano, troppo spesso, si dimentichi dell’area a sud-est della metropoli».
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