L'ANALISI
10 Febbraio 2015 - 20:41
Antonio Dikele Distefano
CREMA — «Ho cominciato a scrivere come rivalsa verso la mamma della mia ragazza che non mi accettava più per il fatto che ero cresciuto in una casa popolare che per il colore della mia pelle, ho continuato per rivalsa verso che è discriminato per i motivi più vari: perché ha la pelle di un colore diverso, perché non è ancora qualcuno nella vita o nella carriera, perché non ha cittadinanza in questo paese». Antonio Dikele Distefano, il 22enne ‘caso letterario’ di queste settimane con il suo libro ‘Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?’ (prima star sul web come autoprodotto, adesso 10mila copie cartacee volatilizzate in pochi giorni e ristampa già in circolazione), invitato da una giovanissima lettrice di Crema, ha scelto il Caffé Letterario per la sua prima uscita ufficiale come autore Mondadori. E lo ha fatto anche per fare di ‘chioccia’, assieme ad un altro scrittore in erba ma già affermato, Giorgio Ghiotti, 20enne vincitore del Campiello Giovani Lazio che, appena 17enne, aveva già firmato la raccolta di racconti ‘Dio giocava a pallone’ (pubblicato da Nottetempo), al gruppo dei giovanissimi finalisti del concorso di scrittura ‘Nutrire il corpo nutrire l’anima’ organizzato dal Franco Agostino teatro Festival e dal Comitato Soci Coop di Crema in collaborazione con lo stesso Caffè Letterario. E’ stata una frizzantissima serata under 25, iniziata con la premiazione dei vincitori coordinata da Valentina Cipriani. Distefano e Ghiotti, in una lunga chiacchierata seguita dal foltissimo pubblico (circa duecento persone: sul palco, luogo tradizionale di incontri del Caffè Letterario non c’era posto per tutti e si sono accomodate in platea), hanno parlato della storia d’amore e di riscatto narrata nel romanzo del primo, hanno concentrato a lungo l’attenzione sul lavoro dei loro giovanissimi ‘colleghi’ del concorso di scrittura, prodigandosi in consigli: «Fondamentale la lettura, molta lettura», hanno concordato. La storia raccontata da Distefano è una vicenda d’amore e di razzismo che ha visto la luce perché «mio padre sotto il cuscino ci metteva i libri, non i soldi: è stata la mia fortuna». Poi l’invito a non mollare e ad «alzare la testa guardandosi in giro. Sapendo che anche fallire è importante: solo chi è libero può permettersi di fallire per poi risollevarsi». Distefano il ‘rifiutato’ ora ha pubblicato un libro con il quale spera addirittura di superare Fabio Volo, «quello che vende più libri di tutti». E’ italiano di seconda generazione, nato a Busto Arsizio figlio di migranti angolani: «La mia è una storia di riscatto, ma non voglio essere etichettato come lo scrittore nero e basta. Voglio fare capire che in Italia i ragazzi di colore non sanno solo giocare a pallone, ma anche amare, scrivere e pensare».
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