L'ANALISI
12 Gennaio 2015 - 10:28
Un’immagine dell’istituto di via Curtatone
CREMA - Alunni stranieri? No, grazie; o meglio, non più di quelli già sui banchi. Sta incontrando ostacoli, tutto sommato prevedibili, il protocollo d’intesa elaborato dall’amministrazione comunale per disciplinare la distribuzione di scolari non italiani nelle classi dell’obbligo della città. Se Pietro Bacecchi, dirigente dell’istituto Crema Due e Paolo Carbone del Crema Tre, non hanno sollevato obiezioni; più di un distinguo è giunto invece da Maria Cristina Rabbaglio, preside del Crema Uno, che ha inviato una lettera con dettagliate osservazioni all’assessore comunale all’Istruzione Attilio Galmozzi (in quota Sinistra, Ecologia e Libertà) e al dirigente di settore Angelo Stanghellini.
«L’iniziativa della dirigente scolastica — spiega Galmozzi — solleva alcune questioni di ordine tecnico e burocratico, parlando di competenze in materia di formazione delle classi. A mio avviso, dietro queste osservazioni ci sono le pressioni che stanno esercitando i genitori, soprattutto quelli degli alunni di Borgo San Pietro. Diciamo che ho l’impressione che ci sia una certa chiusura ad accogliere bambini stranieri in questo plesso».
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