L'ANALISI
11 Gennaio 2015 - 10:54
I piloti Jacopo e Antonio Cabini con Giulio Verzelletti
CREMA - Weekend di grosse novità alla Dakar. Sabato 10 gennaio, mentre le moto e i quad si sono fermati per l’unica giornata di riposo prevista, i camion e le auto hanno corso la prima parte di una lunga tappa marathon, partendo da Iquique e andando a Uyuni, in territorio cileno.
Caratteristica della marathon è il fatto che sabato 10 gennaio in serata all’arrivo non ci sono stati il consueto bivacco e tutte le assistenze tecniche per i mezzi in gara, ma i concorrenti si sono accampati in pieno deserto dopo 335 chilometri di speciale ed hanno dovuto provvedere in proprio a sistemare i veicoli. Si è trattato di un esperimento mai compiuto prima e quindi nuovo anche per il veterano cremasco dei rally Antonio Cabini, suo nipote Jacopo e il copilota bergamasco Giulio Verzelletti, che stanno correndo la Dakar sudamericana con il camion Mercedes Unimog numero di gara 545. La seconda parte della tappa marathon sarà affrontata domenica 11, con il ritorno a Iquique, dove finalmente domani anche i piloti di camion e auto potranno riprendere le forze nella giornata di riposo loro dedicata. Ieri, comunque, la prova speciale per i Cabini e Verzelletti è stata condotta tra una navigazione impegnativa e le insidiose dune del deserto dell’Atacama. I concorrenti sono arrivati ancora in quota, fino al raggiungimento di 3.000 metri. Il Mercedes Unimog si sta ottimamente comportando, tanto che all’ultima rilevazione ufficiale Cabini e compagni erano saliti in 38ª posizione nella classifica generale. I ritiri tra i camion sono già stati dieci, a conferma di un tracciato selettivo. La giornata di riposo di lunedì 12 verrà dedicata a sistemare l’Unimog, per renderlo pronto per affrontare il rush finale.
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