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CREMA

Consiglio comunale, solo in sette sempre presenti

Ventidue sedute lo scorso anno, venti nel 2014. Maglia nera a due di minoranza e uno di maggioranza

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

17 Dicembre 2014 - 10:22

Consiglio comunale, solo in sette sempre presenti

Il consiglio comunale in una foto d'archivio

CREMA - Ventidue sedute del consiglio comunale nel 2103, venti (senza contare quelle in calendario sabato 20 e lunedì 22 dicembre) quest’anno. C’è chi non ne ha saltata nemmeno una, e chi invece in aula Ostaggi si è visto poco (i dati sono riassunti in tabella). Assenze politicamente trasversali, ma in più casi concentrate nelle fila della maggioranza tanto che, come è successo lunedì sera, la stessa coalizione che sostiene il sindaco Stefania Bonaldi non riusciva a garantire il numero legale. Nelle precedenti occasioni le minoranze erano limitate, ad inizio seduta, a far presente l’anomalia; lunedì sera se ne sono state invece fuori dall’aula consigliare facendo annullare la seduta. Martedì 16 riconvocata per sabato alle 9, orario a dir poco inconsueto per l’assemblea cremasca.

 

Tre i consiglieri che più di tutti sono risultati assenti. Due siedono tra le minoranze: Renato Ancorotti e Paolo Enrico Patrini (Solo cose buone per Crema); il terzo è Luigi Galvano del Pd. I tre, con l’aggiunta del consigliere di maggioranza Walter Della Frera, hanno collezionato il maggior numero di assenze anche nel 2013. Sempre presenti, invece, Simone Beretta (Forza Italia) Alessandro Boldi e Christian Di Feo (M5S), Matteo Gramignoli (Patto civico), Emilio Guerini (Pd), Dante Verdelli (Patto civico) e Laura Zanibelli (Ncd). Gli stessi che anche nel 2013 hanno fatto registrare il maggior numero di presenze. Due i consiglieri comunali che sono subentrati nel corso del 2014: Pietro Mombelli (Pd) e Camillo Sartori (Rifondazione Comunista). Da quando siedono in aula Ostaggi sono sempre stati presenti.

 

Molte assenze, va detto, sono state giustificate. Soprattutto sono riconducibili a questioni di lavoro, difficilmente conciliabili a quanto si è visto con l’attività politica. Ma, viene fatto notare, l’impegno che richiede la carica di consigliere (ci sono anche le commissioni) non era sconosciuto. Insomma, per dirla in modo popolare: non l’ha ordinato il medico.

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