L'ANALISI
10 Dicembre 2014 - 19:49
CREMA - Per la morte di una neonata avvenuta quattro anni fa all’ospedale Maggiore di Crema, non ha colpe la ginecologa che seguì la madre, mercoledì 10 dicembre assolta dall’accusa di omicidio colposo. Il giudice Francesco Sora ha stabilito che non vi furono ritardi la notte di Halloween (31 ottobre) del 2010, quando intorno all’una, una giovane donna entrò in ospedale per dare alla luce il suo primo figlio, una bimba.
La mamma entrò in ospedale con dei dolori: doveva essere un parto naturale, ma secondo la procura della Repubblica, si attese troppo per farla partorire, «prima tentando con l’ossitocina utilizzata per provocare le contrazioni, poi, dopo averle tolto l’ossitocina, con effetti negativi sul battito cardiaco, provando con la manovra della ventosa. Solo verso le tre di notte venne chiesto il cesareo, ma la bimba aveva sofferto e morì».
Nella ricostruzione del pubblico ministero onorario, Silvia Manfredi, che al giudice aveva chiesto di condannare la ginecologa, ci sarebbe stato un ritardo di almeno un’ora. Il giudice, però, non ha ravvisato comportamenti negligenti nell’imputata.
Ora le parti attendono il deposito della motivazione della sentenza. Nel processo, i genitori della piccola non si sono costituiti parte civile in quanto sono già stati risarciti.
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