L'ANALISI
09 Dicembre 2014 - 18:31
Il tribunale di Cremona
CREMA - Sulla vicenda dell'utero in affitto, il processo si è concluso con la condanna a 3 anni e 4 mesi ciascuno dei due genitori cremaschi per alterazione di stato. Le motivazioni della sentenza saranno note fra 90 giorni. L'avvocato della coppia, Cecilia Rizzica, valuta il ricorso in Appello: "Hanno agito in buona fede, se mai dovrà essere la clinica di Kiev a dare spiegazioni ma non lo farà mai".
Sulla sentenza della Cassazione sull'adottabilità del piccolo, l'avvocato potrebbe ricorrere alla Corte di Strasburgo. Infatti, la Cassazione ha sbarrato il passo alla pratica della maternità surrogata e alla possibilità che i figli nati all’estero con questo tipo di ‘accordi’ possano essere riconosciuti legittimamente anche in Italia. La coppia cremasca ha infatti perso la prima causa approdata alla Suprema Corte e tesa al riconoscimento di un figlio nato in Ucraina da una madre surrogata che si era resa disponibile a soddisfare il desiderio di genitorialità di marito e moglie. Per effetto di questa decisione ‘pilota’, il bimbo era stato dato in adozione.
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