L'ANALISI
03 Dicembre 2014 - 18:57
ROMANENGO — Con un commosso abbraccio della comunità di Romanengo, di quelle che presso le quali ha prestato il servizio in 38 anni di sacerdozio e della Chiesa alla quale ha appartenuto, don Cesare Rossi si è ‘congedato’ dal sodalizio umano. Si era insediato nella parrocchia di Romanengo solo due anni fa (il 13 ottobre 2012), ma in questo breve lasso di tempo ha saputo conquistare la stima e la fiducia di tutti i romanenghesi. Lo si è visto mercoledì alla cerimonia funebre, presieduta dal vescovo Dante Lafranconi in una chiesa stracolma di persone di tutte le età, dopo le espressioni di cordoglio e di dolore che hanno fatto seguito alla notizia dell’improvviso decesso avvenuto domenica in un ospedale di Verona, dove si era ricoverato per un intervento chirurgico, a soli 63 anni. La chiesa che è in Cremona si è stretta intorno al confratello: oltre 70 sacerdoti hanno concelebrato con il vescovo. Fra questi, anche il parroco-arciprete di Offanengo monsignor Bruno Ginelli. L’amministrazione comunale guidata da Attilio Polla ha dichiarato il lutto cittadino ed ha partecipato al funerale, presenti anche il sindaco di San Giovanni in Croce, Pierguido Asinara, e di Offanengo, Gianni Rossoni ed il comandante dei carabinieri della locale stazione, maresciallo Girolamo Romano. Le associazioni umanitarie e combattentistiche hanno salutato don Cesare con labari e bandiere. La scuola primaria era presente con alcune classi. Il vescovo Lafranconi, all’omelia, ha commentato un brano del profeta Isaia e il Vangelo del giorno di Matteo ed ha letto alcuni passi di lettere inviategli da don Rossi che hanno tratteggiato alcuni aspetti della vita sacerdotale.
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