L'ANALISI
14 Novembre 2014 - 18:36
Le case popolari di piazza di Rauso a Santa Maria
CREMA - Nel 2013, oltre il 14% degli inquilini delle case popolari del Comune non ha pagato l’affitto. La conseguenza è l’aumento della morosità complessiva registrata negli ultimi anni, che ha sfondato quota 340mila euro, e una situazione da allarme rosso per il fondo morosità del Comune, istituito negli anni scorsi per garantire — a fronte di mancati pagamenti del canone — le ordinarie e straordinarie spese di manutenzione delle abitazioni comunali. In base ai dati del consuntivo 2013, infatti, questa riserva si è ulteriormente assottigliata scendendo sotto i 100mila euro per colpa di uno scarto negativo di 65.616 euro tra gli affitti dovuti e quelli pagati dagli inquilini nel 2013. L’anno scorso i canoni di locazione per i 327 alloggi occupati e gestiti dall’Aler, sul totale di 359 di proprietà comunale, avrebbero dovuto raggiungere quota 457.167 euro, cifra che comprende anche i 32.628 euro per i 74 box affittati dal Comune, sempre attraverso Aler, su un totale di 105. In realtà l’incassato è stato di 391.551 euro. A questo punto la morosità complessiva degli ultimi anni è salita a quota 342.884 euro, rispetto ai 277.267 del 2012. «Questo incremento — ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Angela Beretta — deriva dal fatto che gli inquilini che, in base alla graduatorie di legge, hanno ottenuto case comunali in affitto negli ultimi anni, vivono situazioni di estremo disagio, dovute alla mancanza di lavoro e, di conseguenza, non hanno reddito per pagare il canone. Per chi, invece, risiede da tempo in appartamenti a canone calmierato, sono peggiorate le condizioni economiche». In base ai primi dati del 2014 pare che la situazione sia in miglioramento e dunque la decurtazione del fondo potrebbe subire una frenata, mancano ancora però numeri ufficiali. Per rientrare dagli affitti non pagati i servizi sociali del Comune hanno da tempo attivato controlli capillari su ogni singolo caso: «C’è anche chi non paga pur avendone la possibilità — conclude Beretta —: nei confronti di queste persone sono già in atto procedure di rientro. Ci aiuta anche la denuncia spontanea da parte degli altri inquilini che segnalano chi gode indebitamente del servizio. Aler si attiva per istituire procedure di rientro e, in caso di ulteriore mancanza, questi inadempienti che, in realtà, ne avrebbero le possibilità vengono sfrattati»
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