L'ANALISI
24 Ottobre 2014 - 15:53
Alcuni dei reperti sequestrati
RICENGO - Quando i finanzieri sono entrati nell’abitazione di Ricengo si sono trovati di fronte un autentico museo privato con reperti archeologici di epoca romana e storici risalenti alla Seconda Guerra d’Indipendenza. Materiale recuperato negli anni senza autorizzazioni e senza mai denunciarne il ritrovamento nei tempi stabiliti dalla legge (24 ore). L'enorme quantità di reperti è stata sequestrata e l'uomo è stato denunciato.
La casa in cui sono entrati i finanzieri è quella di un appassionato di storia militare nonché esperto d’armi antiche e moderne. L'uomo in anni di ricerche personali aveva accumulato centinaia di reperti del I e II secolo a.C. e di età medioevale, oltre a numeroso materiale bellico e ad oggettistica varia riconducibili all’epoca napoleonica, alle battaglie risorgimentali di Solferino e San Martino e ai due conflitti mondiali, parte dei quali anche rivenduto sul web. L’attività di ricerca è stata condotta, però, senza l’autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali e la normativa nazionale prevede che i reperti rinvenuti nel sottosuolo debbano essere denunciati entro 24 ore dalla scoperta al Soprintendente, al Sindaco ovvero all’Autorità di Pubblica Sicurezza in quanto considerati beni culturali appartenenti allo Stato.
I finanzieri della tenenza di Crema hanno catalogato 800 monete antiche di epoca romana tardorepubblicana (I e III sec a.C.) e 500 di età medioevale e contemporanea (19° secolo), più di 300 munizioni d’artiglieria a palla, circa 700 ogive, 160 bombe a mano e da lancio, 13 proietti d’artiglieria, oltre ad oggettistica varia quali bottoni ed elmetti da guerra. Oltre a ciò sono stati rinvenuti e sequestrati circa 500 oggetti, di notevole interesse storico, databili tra la protostoria e l’età contemporanea. Tra questi anche un piatto e due anfore provenienti da scavi effettuati nell’Italia meridionale e di produzione attica o magno-greca. Sono stati sottoposti a sequestro anche i due metal-detector utilizzati per le ricerche. I reperti sono stati sottoposti al vaglio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia che ne ha certificato l’autenticità e l’interesse storico-archeologico dello Stato, mentre il Comando Logistico Nord dell'Esercito ha esaminato i proietti e le ogive per attestarne l’inoffensività.
Su proposta del comando della Guardia di Finanza, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha dato il suo assenso a che, al termine della vicenda processuale, tutti i reperti archeologici e storici, compresi i residuati bellici, siano affidati al Museo Civico di Crema dove saranno esposti a beneficio dei cittadini. Il Museo ha già dato la sua disponibilità a riceverli.
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