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"Torneranno i prati" di Ermanno Olmi

La grande guerra di Olmi: anteprima a SpazioCinema mercoledì 5, da giovedì al CineChaplin

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

03 Novembre 2014 - 10:31

La grande guerra di Olmi: anteprima a SpazioCinema mercoledì 5, da giovedì al CineChaplin

Milano - Cinema Anteo SpazioCinema, mercoledì 5 novembre (ore 20,45)

Collegamento in diretta via satellite alle 21 lo SpazioCinema del centro commerciale Cremona Po

Da giovedì 6 novembre al CibeChaplin di Cremona

CAPPELLO — E’ uno dei film più attesi della stagione: Torneranno i prati di Ermanno Olmi sarà proiettato in anteprima mercoledì sera (ore 20,45) al cinema Anteo SpazioCinema di Milano alla presenza del regista e del critico cinematografico Gianni Canova. A partire dalle 21 saranno collegati in diretta via satellite anche l’Apollo SpazioCinema di Milano, il Capitol di Monza e lo SpazioCinema del centro commerciale Cremona Po. Da giovedì il film sarà proiettato invece al CineChaplin. Il film è ambientato durante la prima guerra mondiale sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore.
«Vorrei che questo film fosse più che bello, soprattutto utile contro la guerra. Un film che ci faccia chiedere — aveva detto nel marzo scorso il regista sul set dell’altopiano dei Sette Comuni dove sono state ricostruite due trincee—perché questa guerra mondiale è accaduta. Le versioni ufficiali su queste cose non sono mai davvero credibili. Così, a cento anni di distanza, il miglior modo di festeggiarlo è capire quello che è successo come capire perché oggi si parli ancora di conflitti». Il film racconta una notte in trincea e lo spunto è arrivato al regista dalla lettura delle opere di Emilio Lussu, Carlo Emilio Gadda e Mario Rigoni Stern e di molti altri diari. Le riprese sono durate un paio di settimane e con Claudio Santamaria hanno recitato molti non professionisti della zona. L’intento del regista sarebbe stato di girare gli avvenimenti raccontati in un’ora reale, ma le condizioni metereologiche della zona lo hanno costretto in più occasioni a riprendere il lavoro. «Mio padre aveva 19 anni quando venne chiamato alle armi — ha ricordato in una recente intervista Olmi. A quell’età, l’esaltazione dell’eroicità infiamma menti e cuori soprattutto dei più giovani.
Scelse l’Arma dei bersaglieri, battaglioni d’assalto, e si trovò dentro la carneficina del Carso e del Piave, che segnò la sua giovinezza e il resto della sua vita. Ero bambino quando lui raccontava a me e a mio fratello più grande del dolore della guerra, di quegli istanti terribili in attesa dell’ordine di andare all’a s sa l t o e sai che la morte è lì, che ti attende sul bordo della trincea. Ricordava i suoi compagni e più d’una volta l’ho visto piangere. Della prima guerra mondiale non è rimasto più nessuno di coloro che l’hanno vissuta e nessun altro potrà testimoniare con la propria voce tutto il dolore di quella carneficina. Rimangono gli scritti: quelli dei letterati e quelli dei più umili dove la verità non ha contorni di retorica ».

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