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Sarà per la prossima svolta

A Savona si poteva cogliere una vittoria che avrebbe riaperto tutti i giochi; e invece ...

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

27 Gennaio 2014 - 11:47

Sarà per la prossima svolta

(Foto Ib frame)

Dai Cremo, il campionato ti aspetta: ma non aspetterà per sempre
Ci sono articoli che si scrivono da soli, sotto dettatura della realtà. Al cronista resta il ruolo del dattilografo. Questo articolo è la cronaca di u n’occasione persa, non la primae chissà se l’ultima, ma di sicuro la più evidente ingombrante inequivocabile che sia capitata fin qui. Dove la trovi un’altra giornata in cui le prime due chenonavevano mai perso perdono in parallelo, la Pro Vercelli almeno in modo normale ma l’Ent ella in un modo così sbracato sbrodolato strampalato da far pensare a una carnevalata sfuggita di mano?
E intanto tu vieni a capo di una partita (scontro diretto, per gradire) che ti si era rivoltata contro, e invece poi ti si accuccia ai piedi come un cagnolino pentito di averti ringhiato? E per cogliere l’omaggio (o il risarcimento) della sorte dovresti fare una cosa a quel punto tanto possibile da essere doverosa, cioè vincere questa benedetta partita e riprenderti il tuo destino in mano. Ma non lo fai, e alla fine ti devi accontentare di aver superato la paura che ti aveva assalito; operazione faticosa, perchè negli occhi e nel sangue non hai più il primo pezzo di partita, quello in cui il Savona ti aveva strizzato e ridotto alla passività; e se quella mandria di bisonti che ti aveva investito non ti aveva fatto a pezzi in modo irrimediabile lo dovevi al tuo portiere numero tre, bella rivincita certo nei confronti di chimaligna che di portieri veri non ne hai nemmeno uno, ma certo anche un modo fin troppo avventuroso imprevedibile precario di restare in partita.
Con tutti i tuoi dubbi di lungo corso allineati e coperti, non uno che avesse marcato visita, da quello su una difesa ballerina (vabbè, allestita più dall ’emergenza che dal tecnico) a quello su un centrocampo incapace di reggere ritmi appena mossi. Vecchi tarli che nel giro di tre minuti erano costati lo svantaggio e l’espulsione del portiere titolare di giornata, nonchè la conferma di ormai consolidate, sgradevoli e poco rassicuranti sensazioni. Poi Quaini Paolo, che aveva debuttato in campionato da ventinove minuti appena intervallo compreso, è volato a deviare in angolo, con tappa sulla traversa, il tiro con cui Virdis avrebbe altrimenti chiuso la partita e magari anche qualcosa di meno episodico. Altri sette minuti, e Brighenti Andrea professione bomber è stato svelto e rapace (aggettivi di cui ha quasi l’esclusiva in questa Cremo) al momento di segnare il gol del pareggio. In un significativo parallelo con il primo tempo, a parti scambiate, al gol è seguita a ruota l’espulsione. Lì è incominciata l’altra partita, quella che la Cremo dopo non aver perso la prima avrebbe dovuto vincere. Perchè il Savona si era lessato nella sua fatica e ris c h i a v a d i f i n i r e s c i o l t o nell’acido lattico, perchè adesso si giocava ai ritmi languidi nei quali la Cremo riporta in termini accettabili il rischio di errore gratuito e ogni tanto sa infilare guizzi vincenti. Due traverse (Della Rocca e Abbate) si affrettano a deporre come testimoni della difesa, però questa alla fine era una partita da vincere, e si sarebbe vinta se si fosse fatta una delle due seguenti cose: evitare di pagare pegno quando si va in sofferenza, o colpire quando la partita ti si consegna.
Avendo salvato il salvabile del primo punto solo grazie al paratone di Quaini, del secondo è rimasta solo u n’acuta e dolorosa impressionedi fattibilità inevasa, incompiuta, rimasta allo stato latente. Ora,io sono sempre statobravo a fraintendere le cose, pensa che già da bambino quando passando davanti a una caserma leggevo il segnale ‘us cita mezzi militari’ mi aspettavo di vedere venir fuori dal portone dei poveri soldati tagliati a metà dal nemico. E quindi può anche darsi che partite come questa (dato che si tratta di un copione tutt’altro che inedito) siano il preludio allo scatenamento di un potenziale grigiorosso che senz’altro, se trovasse il modo di esprimersi, potrebbe sovvertire certe gerarchie che da ieri non sembrano più così granitiche. Ma alla gente di poca fedecome meviene invece il sospetto che questa sequenza di occasioni sciupate (sempre più preziose, a saperle sfruttare), di esplosioni rinviate (sempre più assordanti nel loro non avvenire), sia la cifra di una squadra incompiuta. La novità, certo da verificare ma preziosa come ipotesi di lavoro, è che i giochi siano tutt’altro che fatti anche per il primo posto. O dici che cinque gol si possono anche prendere, in una domenica sciroccata, senza essere declassati a leader provvisori? Insomma adesso l’am bi en te campionato non è più così irrespirabile, il primo posto che è quello della baldoria anticipata, ma anche il secondo che è quello privilegiato per giocarsela agli spareggi, sono ancora arraffabili da chi ne avrà la prontezza, la decisione, quel po’ di faccia di tolla che ci vuole per farsi largo. Cremo, prendi l’esempio dal Quaini che venuto a Savona a guardarsi la partita te l’ha tenuta viva aspettando che ti svegliassi, dal Brighenti che preso per cucirsi addosso qualche scampolo di partita ti sta permettendo di progettare (immaginare?) ancora tempi migliori.
Dai Cremo, da ieri è ufficiale, il campionato è (ri)aperto, c’è tutto per riscriverlo riviverlo riprenderselo. C’è tutto, o quasi: manchi solo tu.
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