ANVERSA (Belgio) - Prima la rabbia, poi l’argento con dedica a chi come lei inseguiva un sogno ma non ce l’ha fatta.Vanessa Ferrari torna sul podio mondiale: la farfalla della ginnastica azzurra ha ripreso a volare, perché ad Anversa, sei anni dopo il bronzo di Stoccarda, e la delusione andata in scena poco prima alla trave con un amaro quarto posto, la Ferrari ha tirato fuori tutto il meglio di sé nel corpo libero, chiudendo lo Tsukahara (doppio salto indietro con un avvitamento nel primo salto) avvitato della diagonale d’apertura, il doppio salto combinato della seconda e il resto del suo programma acrobatico.
Quanto basta per laurearsi vice campione del mondo e portare a cinque il bottino iridato in carriera (tre medaglie ad Aarhus compreso l’oro nel concorso generale e quella in Germania nel 2007). Il primo pensiero però va alle vittime del naufragio di Lampedusa: «Dedico questa medaglia ai tanti ragazzi che sono morti nella tragedia di Lampedusa. Come me nello sport erano alla ricerca di un sogno, ma loro non ce l’hanno fatta».
A 23 anni da compiere (tra un mese) con una carriera fatta di exploit, infortuni e la delusione a Londra 2012, la Ferrari si riprende la scena, chiudendo l’esercizio alle spalle della statunitense Simone Biles. La stessa che vincendo il ricorso alla trave ha lasciato ai piedi del podio proprio l’azzurra, nonostante un’esecuzione piena di imprecisioni, compresa l’uscita, dove ha rischiato di colpire l’attrezzo con il capo.«È senza dubbio la più grande ginnasta italiana di sempre — le parole del tecnico Enrico Casella — e qui è stata la prima delle umane, visto che la Biles in questa specialità è di un altro pianeta. Non alla trave, però, dove doveva starci dietro».
E dopo tante delusioni può sorridere l’azzurra: «Penso di meritarmelo proprio questo argento, dopo una serie di quarti posti mi è dispiaciuto per l’ultimo alla trave.Quello è un attrezzo strano dove te la giochi sul momento.Secondo me dovevo star sul podio anche lì e sono entrata in pedana al corpo libero con il pensiero che non me l’avrebbero potuta far sporca due volte nella stessa competizione. Avevo i crampi alle mani prima dell’ultima diagonale. Non volevo proprio bruciarmi questa ennesima occasione. In passato avevo subito i torti dei giudici, ci mancava che mi rovinassi da sola, questa volta. Per fortuna ce l’ho fatta! Londra? Mi spettava quella medaglia, avevo il terzo punteggio, come oggi (ieri ndr) alla trave.Diciamo che ne ho presa una, ma al conto ne mancano sempre due».
Secondo il presidente federale Riccardo Agabio «la Ferrari ha dimostrato di essere più forte di tutto, dei regolamenti che le hanno tolto la gioia olimpica, delle giovani avversarie e anche degli infortuni, che l’avevano a lungo limitata».