L'ANALISI
08 Settembre 2025 - 13:50
CREMONA - Si è svolta questa mattina la commemorazione dell’82° anniversario dell’8 settembre 1943, data dell’Armistizio e inizio della Resistenza.
Il primo momento si è tenuto al Civico Cimitero, presso il Monumento ai Caduti, con l’intervento del presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti e la benedizione impartita da don Achille Bolli. Nel suo discorso, Pizzetti ha ricordato come l’8 settembre sia stato “l’inizio della Liberazione dal nazifascismo, ma anche della feroce occupazione tedesca con il contributo dei fascisti italiani”, sottolineando al tempo stesso la nascita della Resistenza, della nuova classe dirigente repubblicana e del rapporto fecondo tra esercito e popolo. Ha quindi ribadito che il significato di quella data “ha come orizzonte e come fine la libertà e la democrazia, oggi minacciate dai processi di sgretolamento e dalle trasformazioni sociali prodotte da una globalizzazione senza regole”.
Guardando all’attualità geopolitica, Pizzetti ha richiamato le parole del Presidente Sergio Mattarella pronunciate al convegno di Cernobbio, invocando impegno e speranza per la pace in Ucraina e sostegno alla popolazione palestinese di Gaza, “tenuta in ostaggio da Hamas e massacrata dal governo israeliano nel silenzio del mondo arabo”. Ha quindi ammonito: “Non deve accadere che l’orrore della Shoah venga derubricato dal massacro di un popolo inerme”.
La cerimonia è poi proseguita nel Cortile Federico II di Palazzo Comunale, promossa dal Comune di Cremona insieme all’ANPI, all’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani e all’Associazione Nazionale Divisione Acqui. Presenti le massime autorità civili, religiose e militari, le associazioni combattentistiche e d’arma.
L’iniziativa si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro alla lapide che ricorda i Caduti della Resistenza e i Martiri di Cefalonia. A rendere omaggio sono stati il sindaco Andrea Virgilio, il prefetto Antonio Giannelli e il presidente della Provincia Roberto Mariani. Dopo l’esecuzione del “Silenzio”, ha preso la parola Gian Carlo Corada, presidente provinciale dell’ANPI, che ha evidenziato l’ambivalenza di quella data: il crollo delle vecchie istituzioni e, al tempo stesso, la nascita di una nuova patria attraverso la Resistenza.
La commemorazione si è conclusa con l’intervento del sindaco Andrea Virgilio, che ha definito l’8 settembre “una data cruciale per l’Italia: da lì nasce la democrazia, dalla scelta di tanti di resistere, con coraggio, errori e paure, fino alla Costituzione e al patto che ci tiene uniti”. Virgilio ha sottolineato tre grandi lezioni di quell’esperienza: il patriottismo non come adesione al potere ma come difesa della vita e dei diritti; la necessità di respingere ogni disumanizzazione che prepara la violenza; e l’impegno a custodire la memoria non come vendetta ma come responsabilità quotidiana.
“Essere antifascisti oggi – ha concluso – significa curare la democrazia, partecipare, allargare il noi, prevenire le derive autoritarie e difendere i valori costituzionali. Non è un’etichetta, ma un impegno per tutti. Viva l’Italia antifascista. Viva la Repubblica”.
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