L'ANALISI
08 Settembre 2025 - 05:05
CREMONA - La Casta D. e in quel D. c’è la Diva, e quindi la voce sublime di Maria Callas, ma anche la D di donna. In quella lettera puntata c’è una sorta di azione a svelare cosa stia dietro non solo al cantabile della cavatina della protagonista nella Norma di Vincenzo Bellini: Denise Valentino, Katia Orlando, Carmela Tanzini, Chiara Pedroni, Laura Bosio, Piera Cosma, Cristina Guindani, Marta Schiavo, Morgana Contardi, Silvia Accini sono il nucleo storico de La Casta D., gruppo nato nel 2019 e guidato da Denise Valentino, attrice e regista, formatasi per un certo periodo presso l’Accademia teatrale di Torino. Poi la vita l’ha portata nel cremonese, ma non per questo ha rinunciato alla sua passione per il teatro, coniugata con quella per il cinema. A muovere Valentino e il suo gruppo è una forte volontà di mettere al servizio della realtà cremonese, e non solo, il proprio operato creativo. Insieme a Bosio, attrice e responsabile della comunicazione del gruppo, raccontano lo sviluppo di un ensemble che non nasconde la volontà di concentrarsi su «tematiche sociali, soprattutto sulla violenza e sugli stereotipi di genere — spiegano —. Con i nostri spettacoli sosteniamo anche economicamente le associazioni con cui collaboriamo, devolvendo parte del ricavato a loro, associazioni che spesso sono le committenti dei lavori che mettiamo in scena».
Il gruppo, infatti, ha attivato in questi anni collaborazioni con Aida, I Care We Care, Arti Sorelle, Soroptimist, Arci, Cgil e l’associazione Civico 15. «L’attenzione al femminile e alle problematiche a esso connesse caratterizzano i nostri lavori, che nascono come testi autoprodotti o, come nel caso di ‘Il resto sia ruggine’, dal romanzo ‘Benedetto sia il padre’ di Rosa Ventrella, che ha seguito e condiviso con noi la messinscena del suo libro — spiega Valentino —. Molti dei nostri lavori hanno come tempo deputato il mese di novembre, dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. Tutto ha preso il via con ‘La colpa non è mia’, realizzato in collaborazione con Aida, spettacolo che abbiamo avuto modo di replicare parecchie volte. Sempre in collaborazione con Aida abbiamo messo in scena recentemente ‘maDame’».
Le tematiche di carattere sociale, declinate al femminile, rappresentano il filo rosso che unisce le componenti del gruppo, tematica sviluppata attraverso un teatro di rappresentazione che non disdegna inserti musicali e danzati. È stato questo il caso di ‘Donne tra musiche e parole’, in collaborazione con Aida, Rosa Ventrella e la scuola di danza CremonaDance&Co.
«Ovviamente non c’è alcuna preclusione rispetto ad attori e presenze maschili nella compagnia — spiegano Valentino e Bosio —. Attori, non stabilmente, ne abbiamo», affermano in una sorta di excusatio non petita, sorridendo un poco. C’è poi la volontà, sostenuta dall’opportunità, di usare la parola teatrale anche attraverso altri mezzi. È il caso del progetto condiviso con l’associazione bolognese Arti Sorelle, «che ci ha chiesto di aiutarla a realizzare un blog in cui siamo chiamate a leggere e recitare le vite delle donne rimaste nell’ombra: artiste, scienziate, intellettuali che una società del sapere al maschile mise sempre in secondo piano e che solo ora trovano il giusto riconoscimento del loro lavoro e della loro creatività — spiega —. Questo darà il via a un blog che sarà ascoltabile su diverse piattaforme». Il gruppo, il 7 ottobre, porterà in scena al Teatro Monteverdi di via dante ‘Voci sorelle’, in collaborazione con I Care We Care Aps e Arti Sorelle: il debutto della collaborazione con il blog delle giovani attiviste bolognesi. Il 22 novembre, inoltre, all’Arci di Soresina, sarà la volta di ‘Senza colpa’.
«I nostri corsi solitamente partono a gennaio e si chiudono a settembre. Ho pensato a due differenti corsi in base all’esperienza di chi si iscrive, con la possibilità per chi lo desidera di entrare a far parte del nostro gruppo — conclude Denise Valentino —. Non abbiamo preclusioni di età: spaziamo dai diciotto ai sessanta anni, minimo comune denominatore l’amore per il teatro e la voglia di mettersi davvero in gioco».
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