L'ANALISI
«NEL TUO NOME. L’ARTE PARLA DI COMUNITÀ». E FOTO
07 Maggio 2025 - 14:03
CREMONA - Non una semplice inaugurazione, ma un vero e proprio atto di memoria e di gratitudine. È questo il senso della mattinata di mercoledì 7 maggio in Cattedrale, dove la Diocesi di Cremona ha dato avvio ufficiale alle iniziative per l’Anno Giubilare 2025 all’interno del progetto nazionale “Nel tuo nome. L’Arte parla di Comunità”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana.
A colpire l’attenzione dei presenti è stato in particolare l’altare di San Michele, luogo caro a fedeli e visitatori per la splendida pala di Giulio Campi. Proprio in questi giorni, dopo anni di silenzio, tornano visibili gli affreschi medievali quattrocenteschi che appartenevano alla precedente impostazione dell’altare, restituendo alla comunità la visione di una Madonna di stampo bembiano e della figura di Santo Omobono, patrono della città.
Presente alla cerimonia anche il vescovo monsignor Antonio Napolioni, che ha espresso stupore e gratitudine: «È la prima volta che vedo quest’opera svelata. È l’espressione di generazioni di credenti, santi e benefattori che hanno reso affascinante questa casa della comunità. Godiamoci gli spunti che offre anche questa apertura e facciamo nostro questo metodo di vita: scoprire, custodire e narrare le bellezze del passato, del presente e del futuro».
«Abbiamo riaperto alla visione della comunità una parte significativa dell’altare, rimasta nascosta per anni», ha spiegato don Gianluca Gaiardi, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi e direttore del Museo Diocesano. «Un intervento importante che si collega a un più ampio progetto di valorizzazione che coinvolge tutto il polo museale, dalla Cattedrale al Museo Diocesano».
Determinante anche in questa occasione la collaborazione dell’Oleificio Zucchi, già partner nel restauro del 2007. «Siamo orgogliosi di contribuire alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico della nostra città», ha commentato Alessia Zucchi, amministratore delegato. «Nel 215° anno di storia della nostra azienda, partecipare a questo progetto è per noi un tributo alle radici e alla comunità, nel segno della responsabilità sociale. È anche l’occasione per ricordare mio padre, Vito Zucchi, che volle con forza il restauro dell’affresco».
Nel Museo Diocesano, accanto al dipinto di Giulio Campi “La carità di Sant’Omobono”, è stato esposto per l’occasione anche un prezioso codice miniato medievale della Cattedrale, normalmente custodito nell’Archivio Storico Diocesano.
«Il tema dell’evento è quello del dono», ha ribadito don Gaiardi. «Una settantina di diocesi in tutta Italia hanno aderito a questo percorso e anche Cremona partecipa con una proposta centrata sulla figura di Santo Omobono e degli altri intercessori locali».
Ma il Giubileo 2025 sarà anche laboratori, workshop e attività per famiglie, in collaborazione con Atelier Ticonzero e con il coinvolgimento di numerose realtà del territorio. Proprio accanto alla tela di Campi, a partire dal 5 giugno, saranno esposte le opere del progetto “Other Vision”, realizzato da Atelier Ticonzero, che proporrà uno sguardo nuovo sul tema dell’inclusione e della carità.
«Attraverso questi segni – ha concluso don Gaiardi – il Giubileo ci ricorda il dono di grazia e di speranza che passa anche per l’attenzione verso i fratelli, i poveri, i bisognosi. E grazie all’arte splendida della nostra Diocesi riusciamo ancora oggi, dopo secoli, a trasmettere questo messaggio».
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