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LE ASSAGGIATRICI

Sedute alla tavola di Hitler: ogni boccone nutre o uccide

Nelle sale il film di Soldini tratto dal romanzo di Postorino prodotto da Cerri e dalla cremonese Mainardi

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

28 Marzo 2025 - 09:58

CREMONA - Come spesso capita, le storie che colpiscono di più la fantasia sono quelle vere e sconosciute. Nel 2012 a 95 anni, poco prima di morire, una donna di nome Margot Wölk ha rivelato di essere stata una delle giovani tedesche costrette ad assaggiare i pasti di Hitler mentre viveva nella cosiddetta Tana del Lupo (in Polonia, all’epoca la Prussia Orientale). Nessuno aveva mai saputo dell’esistenza delle assaggiatrici. Margot Wölk è stata l’unica tra loro a sopravvivere alla fine della guerra.

È il regista Silvio Soldini a raccontare nel film ‘Le assaggiatrici’ la storia della berlinese Rosa, presa in trappola tra le ragazze scelte da Hitler per controllare che nel suo cibo non si celi il veleno e poi ‘colpevole’ di provare attrazione per un ufficiale delle SS mentre il sogno del Terzo Reich va in frantumi. Il film ha aperto la 16ª edizione del Bif&st di Bari e da ieri è nelle sale (in città a Spazio Cinema di Cremona Po) distribuito da Vision prodotto da Lionello Cerri e dalla cremonese Cristiana Mainardi, regista e sceneggiatrice, Ambrogino d’oro 2023 per il docufilm ‘Un altro domani’, un’ indagine sulla violenza nelle relazioni affettive, firmato con Soldini.

Ispirata all’omonimo romanzo di Rosella Postorino edito da Feltrinelli, la storia ci porta nell’autunno 1943, quando la giovane Rosa (Elisa Schlott), in fuga da una Berlino bombardata, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale dove vivono i suoceri in attesa del ritorno del figlio dal fronte. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo. Il Führer vede nemici dappertutto, essere avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Inevitabilmente le assaggiatrici di questo sparuto gruppo, divise tra la paura di morire e la fame, legheranno tra loro anche se Rosa, la ‘berlinese’, farà più fatica a farsi accettare. Sarà poi proprio quest’ultima, spinta da un desiderio tanto autentico quanto irrazionale, a legarsi con un ufficiale delle SS (Max Riemelt) a capo di tutta questa operazione. L’uomo risveglia in lei l’amore. O forse il semplice bisogno di tornare a sentirsi viva.

«Rosella Postorino ha più volte detto in questi anni che le interessava far sentire come la Grande Storia incida sulla vita delle persone comuni — spiega Mainardi — . È un aspetto che ho subito sentito forte nel libro, e che credo sottovalutiamo spesso, anche nella contemporaneità. Ma indubbiamente ancora di più mi interessava questo lato rispetto allo svelamento dell’esistenza di un gruppo di donne scelte per assaggiare il cibo di Hitler. Il romanzo è potentissimo nell’indagare la psicologia di queste ragazze e le relazioni tra loro, sul perenne confine tra la fame e l’orrore di essere obbligate a mangiare sapendo di rischiare la vita. Ho letto il libro in tre ore, e subito ho desiderato che potesse anche essere un film, sapendo che sarebbe mutato il linguaggio ma non la potenza del racconto». Una quotidianità scandita dal terrore, una sorta di interminabile roulette russa. «Mi interessava raccontare il nazismo dall’interno in un film che potrebbe anche essere considerato distopico - aggiunge Soldini —. Spesso i personaggi femminili sono raccontati in modo superficiale, qui invece si mostrano in tutta la loro complessità. Non a caso la sceneggiatura è stata scritta da tre donne, Cristina Comencini, Giulia Calenda, Ilaria Macchia e poi rilavorata e riscritta parzialmente da me, Doriana Leondeff e Lucio Ricca». «Non è solo un film ambientato in un altro tempo, che ci porta anche a riflettere sulle dinamiche oppressive passate e attuali, e sui devastanti effetti della guerra. È anche un film sugli istinti e le pulsioni umane, sulla tensione tra i bisogni primari di ognuno di noi e quelli secondari, condizionati dall’ambiente, dalla cultura e dal potere», conclude il regista.

E Postorino ricorda: «Mi sono subito innamorata di questa storia in cui mi ha colpito l’aspetto umano della protagonista che ha confessato solo molto tardi quello che ha vissuto, perché credo avesse vergogna di sentirsi in colpa per la sua involontaria complicità. Era difficile per lei dire: io ho lavorato per Hitler». ‘Le assaggiatrici’ girato in Val Venosta e in lingua tedesca è costato sei milioni di euro e venduto già in più di cinquanta paesi. Nel cast anche Alma Hasum, Emma Falck, Olga Von Luckwald, Berit Vander, Kriemhild Hamann e Thea Rashe.

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