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CREMONA CITTÀ UNIVERSITARIA. IL NUOVO POLO DELL’INGEGNERIA

Il campus del Politecnico cittadella della tecnica

Procedono i lavori di arredo nell’ex caserma Manfredini. Prime attività a fine agosto

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

15 Luglio 2025 - 19:10

CREMONA - Sono 33.000 metri quadrati di superficie, circa due volte e mezzo la sede del Politecnico di via Sesto. Il nuovo campus nell’ex Caserma Manfredini prevede 143 posti letto nello studentato, 1.800 posti a sedere: di questi 250 solo nell’auditorium e 200 per le aule studio. Sono 2.200 i metri quadrati del campus che ospiteranno i laboratori di ricerca: dalla fabbrica delle bioenergie al laboratorio di meccatronica fino alle strutture del laboratorio di acustica. Sono queste le cifre della nuova sede del Politecnico che aprirà i battenti con il prossimo anno accademico 2025/2026.

«Sarà un’estate di lavori — spiega il prorettore Gianni Ferretti —. Stiamo procedendo al trasloco dalla sede di via Sesto al nuovo Campus. Fa un certo effetto pensare che quelle che si svolgeranno nei prossimi giorni saranno le ultime sessioni di laurea in una sede che ci vede presenti dalla metà degli anni Novanta. Al di là di questo, c’è l’entusiasmo per la nuova vita del Politecnico presso il Campus di via Bissolati, non solo una nuova e prestigiosa sede, realizzata grazie a Fondazione Arvedi Buschini, ma soprattutto l’opportunità per valorizzare e accrescere l’apporto accademico e didattico del Politecnico sul territorio, con uno sguardo sempre più rivolto all’internazionalizzazione. Inizia una nuova e appassionante avventura che condivideremo con la città a partire dal prossimo anno accademico con l’avvio a settembre».

La vecchia sede dal 2 agosto sarà inaccessibile per studenti e personale non autorizzato. Intanto nel nuovo campus stanno arrivando gli ultimi arredi e si stanno ottimizzando gli impianti. Con grande orgoglio Carlo Savi, responsabile gestionale, e Fabrizio Bragantini, responsabile dei servizi generali logistica Itc mostrano l’auditorium con le nuove poltrone: «È uno spazio pensato per gli eventi del Politecnico, adeguatamente attrezzato per conferenze e non solo. Si tratta di un vero e proprio auditorium — spiegano —. Tutta l’area nuova ospita aule al piano terra come ai piani superiori di diverse capienze e tecnologicamente all’avanguardia».

Si rimane senza fiato a percorrere il lungo parallelepipedo che costeggia via Massarotti e chiude il grande quadrilatero centrale del campus con panchine tutte munite di attacchi per i computer. Nella parte storica dell’ex caserma trovano spazio gli alloggi per gli studenti e gli spazi comuni: «Ci sono in tutto 143 posti letto in quello che sarà lo studentato interno al campus — affermano —. Si tratta di stanze singole o doppie che ospiteranno gli studenti fuorisede. C’è poi lo spazio della palestra che stiamo capendo, insieme all’assessorato allo Sport del Comune, in che modo rendere fruibile anche agli esterni». I locali sono enormi, un intero corpo di fabbrica sarà riservato alla biblioteca e al museo del Politecnico che oggi si trova all’ultimo piano della sede di via Sesto, un viaggio nella storia recente della tecnologia e dell’informatica. Lucia Topi si sta occupando di riordinare e mettere negli scaffali i volumi della biblioteca: «Non sarà solo una biblioteca, ma anche uno spazio dove studiare e dove rilassarsi — racconta —. Si è pensato a un’area relax per docenti e studenti, un modo di intendere la biblioteca non solo come luogo di studio ma anche di socializzazione».

Le aule come luoghi per la didattica, l’auditorium come spazio di dimostrazione di quanto fa il Politecnico, area aperta sulla città, in base ai dettami della terza missione che vuole gli atenei in dialogo con i territori in cui agiscono. Ma non c’è università se non c’è ricerca e sono gli edifici che danno su via Bissolati a fare la differenza e a offrire nuovo respiro ai laboratori: «Ora la fabbrica delle bioenergie è compressa, qui avrà più del doppio della superficie che oggi ha in via sesto — racconta Bragantini —. I laboratori di meccatronica, quelli di acustica avranno un nuovo respiro». E dopotutto non c’è università senza ricerca.

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